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Cronaca Casal di Principe

Armi da guerra per i Casalesi: un agente infiltrato nel mondo dei trafficanti slavi

Mitra, fucili e bombe a mano per il clan dai paesi dell'Est Europa ai clan di camorra

Dall'Europa dell'Est a Casal di Principe passando per il Veneto. Era questo il tragitto delle armi da guerra che dalla Russia e dai paesi della ex Jugoslavia giungevano nel casertano. Un vero e proprio arsenale fatto di pistole, esplosivo, bombe a mano, kalshnikov e mitragliatori modello Skorpion.  E' quanto emerge nell'inchiesta che ha portato in carcere ben 50 persone per gli affari della camorra di Casal di Principe in Veneto, con l'articolazione guidata da Luciano Donadio. A confermare tali circostanze sono stati diversi collaboratori di giustizia, in particolare Vincenzo Vaccaro, Salvatore Laiso e Roberto Vargas

ARMI DALLA EX JUGOSLAVIA

Vaccaro ha spiegato agli organi inquirenti di essere stato lui stesso a ritirare un mitragliatore M12 da un tale Igor, "un bosniaco che vende armi", per conto "di Luciano Donadio". "L'appuntamento era al centro commerciale discount a Udine Sud ove ci siamo recati con la Fiat Punto verde di Nunzio (detto Scarafone). Igor l'ho conosciuto ad Eraclea perché presentatomi da Luciano Donadio all'interno dei suoi uffici. Quando Igor è uscito dall'ufficio Donadio mi ha spiegato che questi era in grado di fornire armi, stupefacenti e banconote false. Il mitragliatore lo abbiamo poi portato nella campanga di Donadio ad Eraclea".

Circostanze che sono state confermate anche da un ufficiale della guardia di finanza che ha operato sotto copertura entrando in contatto con il trafficante Camil Ikic che gli ha riferito di avere nella sua disponibilità "3 pistole calibro 7.65; 10 pistole calibro 6.35; mitragliatori kalashnikov e Uzi, 1 kg di espolsivo al plastico, 4 bombe a mano e 3 kg di dinamite". Ikic ha confermato di aver procurato armi anche al gruppo di Donadio.

IL TRAFFICO DA VENEZIA A CASAL DI PRINCIPE 

Le armi non restavano sempre in Veneto ma spesso venivano "dirottate" su Casal di Principe. E' il caso di un mitra Skorpion mini Uzi che venne consegnato da Antonio Buonanno, il quale lo deteneva per il fratello Raffaele, a Crescenzo Laiso, circostanza confermata dal fratello di quest'ultimo Salvatore Laiso e che ha trovato riscontro nelle intercettazioni telefoniche. Inoltre Laiso riferisce come "Donadio e Raffaele Buonanno ci hanno detto in più occasioni che erano in grado di procurarci fucili kalashnikov ed altre armi tramite degli slavi o russi con i quali erano in contatto a Venezia o comunque da quelle parti". 

Infine anche Roberto Vargas racconta di aver ricevuto un'arma, "una pistola semiautomatica 9X21 da Salvatore Laiso". "Mi avvicinò - racconta Vargas - dicendomi che un suo fornitore abituale di armi gli aveva proposto la vendita di una pistola 9x21 ma che voleva in cambio 1500 euro. Poichè la cosa mi interessava gli diedi immediatamente quella somma e lui poco dopo mezz'ora ritornò con l'arma che io subito consegnai a Francesco Della Corte. Laiso non mi ha riferito l'identità del suo fornitore ma mi ha genericamente detto che l'arma proveniva dalla Jugoslavia".   

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