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Cronaca

Animali uccisi, maltrattati e dopati per le corse: quasi 200 indagini aperte nel casertano

I dati del Rapporto Zoomafia per i tribunali di Napoli Nord e Santa Maria Capua Vetere

Nel 2018 solamente in Campania sono stati avviati 773 procedimenti (con 510 indagati) per crimini contro gli animali. I filoni della ‘zoomafia’ in Campania riguardano traffico di cuccioli, corse clandestine di cavalli, combattimenti, ‘cupola del bestiame’, macellazione clandestina e contrabbando di fauna esotica senza dimenticare la pesca illegale. A Nola sono stati pubblicati, durante il convegno ‘Zoomafia: il caso Campania’ i dati relativi dell’ultima edizione del Rapporto Zoomafia LAV relativi alla Campania.

L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle Procure Ordinarie, e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2018, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Campania le risposte sono arrivate da 8 Procure Ordinarie su 10 (non hanno risposto le Procure di Avellino e di Nocera Inferiore) e da tutte e due le Procure Minorili, quella di Napoli e quella di Salerno.

I DATI DELLE PROCURE CASERTANE

In particolare, per quanto riguarda le Procure Ordinarie di Napoli Nord e di Santa Maria Capua Vetere sono emersi questi dati:

Napoli Nord12 procedimenti a carico di ignoti per uccisione di animali; 50 procedimenti con 44 indagati per maltrattamento di animali; 1 procedimento con 1 indagato per uccisione di animali altrui; 10 procedimenti con 5 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 22 procedimenti con 24 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 95 procedimenti con 74 indagati. Rispetto al 2017 si è registrata una diminuzione del -6% dei procedimenti (nel 2017 furono 101) e una diminuzione del -57% degli indagati (nel 2017 furono 171).

Santa Maria Capua Vetere (CE): 20 procedimenti con 17 indagati per uccisione di animali; 38 procedimenti con 27 indagati per maltrattamento di animali; 1 procedimento a carico di ignoti per spettacoli o manifestazioni vietati; 1 procedimento a carico di ignoti per uccisione di animali altrui; 9 procedimenti con 16 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 31 procedimenti con 25 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2018 sono sopravvenuti 100 procedimenti con 85 indagati. Rispetto al 2017 si registra un aumento del numero dei procedimenti del +3% (passati da 97 a 100) e del numero degli indagati del +15% (passati da 74 a 85). 

LE EMERGENZE

Tra le varie emergenze zoomafiose, viene segnalata quella dei combattimenti. Pit bull tenuti in esasperate condizioni di cattività in allevamenti abusivi, addirittura in recinti costruiti in aree pubbliche. Cani trovati con vistose ferite da combattimento o, addirittura, morti. Va segnalato il fatto, però, che nel corso dell’anno in esame (2018) non sono state registrate significative azioni di contrasto.

A seguire le corse clandestine di cavalli: ogni tanto si scoprono piste “clandestine” per allenare cavalli da corsa. Senza dimenticare i cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, 10 cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Gare svolte negli ippodromi di Aversa (3 cavalli), Napoli (6 cavalli) e Pontecagnano Faiano (1 cavallo). 

Nella regione è molto attivo il traffico di cuccioli dall’Est. Diverse inchieste e sequestri hanno individuato vere e proprie centrali di importazione e smistamento di cani. Si tratta di strutture e personaggi nevralgici per il traffico con collegamenti nazionali ed esteri. Migliaia i cani che vengono trafficati ogni anno. Diversi i processi, sebbene nel 2018 non siano state registrate notizie di reato per tale fenomeno.

 Armi clandestine, mezzi vietati, caccia a danno di specie protette o in periodo non consentito, traffico di fauna selvatica, furto venatorio, sono solo alcuni dei modi in cui viene esercitato il bracconaggio nella regione. La cattura e il traffico di uccelli rivestono i caratteri di attività pianificata e organizzata. Tra le zone più a rischio bracconaggio si contano le isole, la Terra dei Mazzoni, il Litorale Domitio, la Penisola Sorrentina, il Cilento, la Piana del Sele.

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