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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Lusciano

Camorra, Dia confisca beni per 13 milioni di euro a Nicola Verolla, 65enne vicino ai casalesi

Lusciano - Conficati beni per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro nei confronti di Nicola Verolla, 65enne di Lusciano. Il provvedimento è stato eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ed emesso dal Tribunale di...

Conficati beni per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro nei confronti di Nicola Verolla, 65enne di Lusciano. Il provvedimento è stato eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ed emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Tra i beni confiscati quote e beni strumentali di una società, un terreno e numerosi immobili intesteti anche ad altre persone.
Nei confronti Nicola Verolla fu esegita un'ordinanza di custodia cautelare, emessa il 18 gennaio 2008 dal Gip del Tribunale di Napoli, per i reati di concorso in estorsione, insieme a Raffaele Bidognetti, Michele Zagaria e altri, nei confronti dell'imprenditore edile Francesco Saverio Emini, titolare della Emini Costruzioni, costretto a consegnare somme di danaro per alcuni lavori edili effettuati a Lusciano e San Marcellino. Verolla pregiudicato per furto aggravato nel 1993, tentato omicidio e porto e detenzione illegale di armi è stato condannato nel 1999, con sentenza passata in giudicato, a quattro anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici.
Nel corso di servizi di intercettazioni telefoniche effettuati nell'ambito di più complesse indagini sull'organizzazione criminale dei Casalesi, e in particolare sul clan Bidognetti, è emerso che un negozio di autoricambi di Lusciano, di cui Verolla era titolare, veniva utilizzato, con suo evidente consenso, come una delle basi operative del gruppo criminale, sia come luogo di riunione degli affiliati che come ricovero dei componenti dell'organizzazione feriti da colpi di arma da fuoco, ma anche come base dove venivano condotti, anche con la forza, gli imprenditori sottoposti e da sottoporre a estorsione.
Il legame tra Verolla e gli altri affiliati emerge dalla sua partecipazione alle vicende giudiziarie di alcuni componenti del clan. In particolare, Verolla, in occasione dell'arresto di Luigi Santoro, nel conversare con Francesco Borrata, chiamava Santoro compagno nostro

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