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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Polizia sequestra a esponente clan dei casalesi quote societarie, immobili, auto, gioielli e preziosi per un valore di 10 milioni di euro

Caserta - Ieri mattina, la Polizia di Stato, ed in particolare il Servizio Centrale Operativo e le Squadre Mobili di Napoli e Caserta, a seguito di una articolata attività di indagine hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo...

Ieri mattina, la Polizia di Stato, ed in particolare il Servizio Centrale Operativo e le Squadre Mobili di Napoli e Caserta, a seguito di una articolata attività di indagine hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di Maurizio Capoluongo, già destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. c/o il Tribunale di Napoli confermata dal Tribunale del Riesame per l'omicidio di Nuvoletta Ciro e per associazione di stampo camorristico.
Le indagini sia sui fatti-criminosi oggetto di contestazione che sul patrimonio del Capoluongo traevano origini dalle puntuali dichiarazioni di Antonio Iovine, militante nei clan dei casalesi sin dagli anni ''80 e dal 1998, con ruolo di vertice insieme con Michele Zagaria, divenuto recentemente collaboratore di giustizia. Il collaboratore, infatti, nel ricostruire la storia del clan sin dalla sua nascita, le dinamiche interne ed i rapporti di forza tra le diverse famiglie che ne costituivano l'ossatura, forniva uno straordinario contributo anche per individuare beni immobili e società riconducibili ad affiliati all'organizzazione casalese.
"A seguito della minuziosa attività investigativa - è spiegato in una nota stampa diffusa dalla Questura di Caserta - eseguita dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Napoli e Caserta, veniva accertata, la partecipazione di Maurizio Capoluongo all'omicidio di Ciro Nuvoletta e ricostruita nella sua evoluzione la partecipazione al clan dei casalesi sin dal periodo in cui Bardellino Antonio ne rappresentava il capo indiscusso e carismatico.
Gli elementi indiziari acquisiti nel corso dell'attività di indagine consentivano di accertare che nel corso dei tempo il Capoluongo aveva accumulato un rilevante patrimonio solo in parte, formalmente, nella sua titolarità composto da beni immobili di diversa natura e dislocati in diverse regioni d'Italia e da altri beni mobili, tra cui preziosi di ingente valore".
"Il provvedimento di sequestro - continua la nota - adottato in via d'urgenza, si rendeva necessario al fine di impedire la dispersione dei beni nonostante il Capoluongo fosse ristretto al regime di cui al 41 bis dell'ordinamento penitenziario.Le intercettazioni, infatti, rivelatesi, anche in tal caso, strumento particolarmente incisivo per la ricostruzione del patrimonio del Capoluongo, svelavano una strategia concordata con i suoi più stretti congiunti per alienare alcuni beni e quote societarie ed occultarne altri non ancora individuati e sui quali sono tuttora in corso attività investigative".Con il provvedimento, venivano sottoposti a sequestro la totalità delle quote e l'intero patrimonio aziendale della società Ludomar Immobiliare s.r.l, con sede a Valenza (AL), la totalità delle quote e l'intero patrimonio della società ML Immobiliare s.r.l, con sede ad Aversa (CE), la totalità delle quote e l'intero patrimonio della società D'Angelo & C. s.r.l, con sede ad Aversa, attiva nella commercio di oro e preziosi, 31 immobili, 4 terreni, ubicati in provincia di Napoli, Caserta ed Alessandria, autovetture, gioielli e preziosi, conti correnti bancari, assegni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.

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