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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Tassa sui loculi, l’ultimo bluff fa infuriare i consiglieri

Riunione per ‘fermare’ i pagamenti, ma poi arrivano i manifesti

La vicenda della tassa sui loculi che sta facendo parlare tutta Caserta sta diventando una sorta di pantomima. Dopo l’annuncio del presidente del consiglio comunale Michele De Florio dello stop alla determina, poi rivelatosi solo un “errore tecnico”, è arrivata l’ennesima beffa. Martedì pomeriggio si è tenuta in Comune una riunione della commissione consiliare col segretario Luigi Martino ed il dirigente Franco Biondi nel corso della quale si è discusso proprio dei dubbi che aveva creato la tassa sui loculi tra i cittadini casertani, che all’improvviso, e senza che dal Comune fosse arrivata alcuna comunicazione ufficiale, avevano saputo, grazie alle notizie riportate da CasertaNews, che l’Ente avrebbe richiesto il pagamento anche degli anni dal 2009 al 2013.

“Era una occasione - svela il consigliere comunale Pd Antonio Ciontoli - creata per fare sintesi tra parti, essendo, intanto, uscite più di una comunicazione senza che l'ufficialità assumesse poi i suoi toni conclusivi. Dopo un’ampia discussione, ragionando soprattutto sulla natura giuridica delle somme richieste (poiché a seconda che trattasi di tassa o contributo la prescrizione sarà di 5 o 10 anni), si era, infine, convenuto di attendere qualche giorno per rianalizzare il tutto, nel tentativo di riconferire un equilibrio ed una ufficialità ad una discussione che, come posta, appariva fortemente confusa e, soprattutto, percepita dai cittadini come una amara ed ingiusta esazione”. Ed invece? Usciti dal Comune, ecco la sorpresa: la città tappezzata di manifesti che annunciava la necessità di pagare la tassa sui loculi, con tanto di richiesta di pagamento anche dei 4 anni della discordia. “La commissione - afferma Ciontoli, a dir poco infuriato - ha dunque ufficialmente perso tempo, il consiglio comunale è stato svuotato dei suoi poteri ispettivi e di indirizzo politico ed i singoli consiglieri, con il presidente del consiglio, più i tanti altri presenti, anche al di fuori dei componenti della commissione stessa, lasciati esposti ad una figura barbina, interdetti nel pieno di una vicenda che rimane a dir poco confusa, anche a causa delle numerose e diverse comunicazioni, fin qui, fatte al cittadino che, da oggi, dovrebbe sentirsi in mora per effetto di un banale manifesto affisso per le strade cittadine”. E chiosa: “Ora dica il sindaco dice il da farsi, ma soprattutto restituisca al consiglio comunale le prerogative conferite dal mandato elettorale e ad oggi svilite nella confusione generale. A lui l'ardua sentenza, ponga termine, con immediatezza, a questa ridicola situazione e alla sensazione diffusa di un ente locale non governato”

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