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Il Tar annulla il ribaltone, l'ex presidente torna in sella

Annullato il blitz che ha portato Cecoro a guidare l'Ordine degli Architetti

Nuovo ribaltone al Consiglio dell'Ordine degli Architetti della provincia di Caserta. La prima sezione del Tar Campania (presidente Salvatore Veneziano) ha infatti accolto il ricorso presentato dall'ex presidente Rossella Bicco che aveva impugnato la delibera con la quale era stata revocata e la nomina di Raffaele Cecoro a nuovo presidente.

La Bicco aveva contestato il blitz della nuova maggioranza sottolineando come la revoca del presidente non fosse all'ordine del giorno del consiglio convocato lo scorso mese di marzo e per questo ha chiesto l'intervento dei giudici amministrativi. Che hanno accolto la sua tesi, sottolineando come non possa permettersi di mettere all'ordine di discussione del consiglio argomenti non comunicato perché "permettendo che il consiglio decida di battere e poi deliberare anche su questioni non oggetto di preventivo avviso, significherebbe permettere alla maggioranza di abusare della propria posizione di prevalenza sacrificando le prerogative di consiglieri non allineati i quali si troverebbero a dover deliberare su questioni di cui non possono aver acquisito la preventiva conoscenza, con un effetto sorpresa che, oltre ad essere contrario ad una corretta dialettica tra le varie componenti consiliari non risulta nemmeno coerente con la necessaria ponderazione che deve ispirare le delibere degli organi collegiali che costituisce la stessa ragion d’essere della previsione di tale tipologia di organi".

"Nel caso di specie - continua la sentenza - la maggioranza è pervenuta alla revoca e nomina del nuovo presidente del consiglio e alla surroga del consigliere Sorvillo, senza la preventiva indicazione di tali importanti questioni all’ordine e senza nemmeno che fosse prevista la trattazione di argomenti complementari ad essi; si è anzi deliberato, oltre alla revoca e nomina del Presidente del Consiglio, anche sulla decadenza del consigliere Sorvillo senza che questi intervenisse alla seduta, non potendosi escludere che se l’esponente avesse saputo della trattazione della questione sarebbe intervenuto alla seduta per far valere le proprie ragioni. Né costituisce una causa legittima della disposta revoca la circostanza che la Presidente fosse stata già sollecitata più volte dai consiglieri controinteressati a inserire alcune questioni, tra cui la surroga del consigliere Sorvillo, nei punti all’ordine del giorno delle sedute da convocarsi, in quanto a prescindere dalle specifiche ragioni addotte dai ricorrenti, i consiglieri interessati avrebbero potuto e dovuto attivare i rimedi di interni ovvero giurisdizionali per il caso di eventuali inerzia o inadempimento del Presidente ai propri doveri, ma non potevano certo procedere con una sorta di autotutela privata non contemplata dall’ordinamento. La rilevata illegittimità riguarda l’ammissibilità stessa dell’impugnata delibera del 18 marzo 2019, con il conseguente assorbimento delle ulteriori doglianze di merito proposte da parte ricorrente. Il ravvisato vizio nella delibera di nomina delle nuove cariche nel Consiglio dell’Ordine travolge le gravate delibere assunte successivamente alla predetta data del 18 marzo 2019, ma non anche il regolamento interno che è legittimo se interpretato nel modo su esposto. Pertanto il ricorso deve essere accolto".

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