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Sabato, 27 Aprile 2024
Attualità Santa Maria Capua Vetere

Sinistra Italiana al fianco degli agricoltori: "Protesta giusta"

Una delegazione si è recata al presidio di protesta in prossimità del casello autostradale

Questa mattina (5 febbraio) una delegazione della Federazione casertana di Sinistra Italiana si è recata al presidio di protesta organizzato dal movimento degli agricoltori, frutticoltori, sericoltori, allevatori e operatori del comparto presso il casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere. Sinistra Italiana è solidale con questa categoria che da giorni, in Italia e in Europa, sta disperatamente richiamando l’attenzione sulla crisi che sta interessando il settore.

"La protesta in corso - fanno sapere dalla Federazione casertana - ha ragioni giuste, che sono individuate dal documento presentato dalla piattaforma unitaria del comparto nell’incremento incontrollato dei costi produttivi, nell’inadeguatezza di norme di intervento per le calamità ambientali, negli accordi di libero scambio e nell’iniquità della distribuzione dei fondi della Politica Agricola Comune. L’attuale destra al governo sembra tuttavia pronta da giorni a sfruttare la rabbia e la sofferenza dei lavoratori del comparto per aizzarli contro l’Unione Europea, lavandosi completamente le mani dalle proprie responsabilità politiche, come quella della mancata proroga dei regimi di esenzione fiscale e previdenziale per gli stessi lavoratori che stanno oggi scioperando. La stessa destra che alza la bandierina del tricolore e che, tuttavia, promuove il libero mercato e la concorrenza sleale, che solo tutela la grande speculazione industriale e non gli allevatori e gli agricoltori".

Da Sinistra Italiana aggiungono: "Serve quindi distinguere tra i grandi industriali dell’agroalimentare che ricevono decine di migliaia di euro di sussidi statali, anche attraverso strumenti europei come la PAC, e realizzano ingenti profitti grazie allo sfruttamento del bracciantato, in gran parte costituito da una quota maggioritaria di immigrati, e i piccoli produttori, che ricevono minore quantità di finanziamenti pubblici e sono strozzati dalla spirale incrementale della impossibile competitività con i marchi della grande distribuzione. Occasioni di questo tipo servono a farci capire quanto la giustizia ambientale non possa prescindere da quella sociale. Necessitiamo di un nuovo modello alternativo di società, che agli interessi delle grandi industrie anteponga quelli dei cittadini e dell’intero sistema paese: il #madeinItaly esiste solo se c’è un reale sviluppo sostenibile del nostro territorio. Serve una politica coraggiosa che riesca a trovare linee di sinergia, che punti allo sviluppo dell’economia circolare e tenga conto dell’esistenza degli strumenti alternativi come l’agri-pv e non contrapponga la questione ambientale a quella del lavoro ma investa realmente nella sovranità agro-ambientale del nostro territorio".

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