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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Bellona

Sciopero alla Italprefabbricati: "Subito un tavolo per l'integrativo"

Programmato un primo pacchetto di sciopero a decorrenza dal 9 novembre 2023 in tutti gli stabilimenti del gruppo

Il coordinamento nazionale delle Rsu del gruppo Rdb ITALPREFABBRICATI di Bellona, unitamente alle segreterie nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, si vede costretto a riavviare lo stato di agitazione e a proclamare un primo pacchetto di ore di sciopero in tutti e tre gli stabilimenti del gruppo, per sostenere nuovamente la riapertura del tavolo per la sottoscrizione del primo accordo integrativo di gruppo.

"La direzione aziendale si era impegnata a sottoscrivere entro il mese di agosto l’intesa che avrebbe completato un lungo e delicato percorso di relazioni industriali volte sia a definire le relazioni industriali con le Rsu del gruppo, sia a riconoscere il contributo dei lavoratori ai risultati aziendali sottoscrivendo la parte dell’intesa relativa al Pdr - si legge in una nota dei sindacati - questo percorso è proseguito, anche grazie al sostegno delle iniziative sindacali, fino alla settimana scorsa, quando l’azienda ha dimostrato la chiara volontà di non voler sottoscrivere l’accordo, negando da subito le condizioni per riconoscere un risultato economico relativo al 2023 ormai in chiusura, necessario per recuperare la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni. Valutiamo incomprensibile questa decisione, tanto più in una fase così avanzata della trattativa, con un impianto complessivo che sostanzialmente aveva già trovato una buona disponibilità tra le parti. Inoltre dal 2020 ad oggi i margini dell’azienda non fanno altro che crescere, mentre la redistribuzione è addirittura peggiorata. Siamo costretti a mobilitarci per far comprendere alla proprietà che senza i lavoratori adeguatamente riconosciuti come parte integrante dei successi aziendali non è possibile fare quel cambio di passo sul quale le parti stavano ragionando attraverso la sottoscrizione dell’accordo. La mobilitazione sostiene in particolare le intenzioni delle organizzazioni sindacali di determinare la qualità della produzione che invece è impostata dalla dirigenza in maniera tale da impoverire la realtà aziendale, che potrebbe essere ancora più redditiva se recuperasse lo scarto dovuto a incuria e situazioni di scarsa manutenzione" - da quanto si legge nella nota.Argomenti sempre segnalati dal tavolo di coordinamento Rsu e Rls, che per altro continuano ad affrontare problematiche cicliche su macchinari obsoleti e mal funzionanti e ambienti di lavoro del tutto inadeguati dal punto di vista igienico sanitario e della sicurezza sul lavoro. Inoltre, i risultati aziendali pagano il peso di una indisponibilità ad investire in formazione e professionalità dei lavoratori, preferendo risparmiare e continuando a esternalizzare pezzi importanti di produzione. "Riteniamo tali scelte miopi e sterili, e in netto contrasto con la possibilità di ridistribuire dei risultati di produttività a chi li ha prodotti realizzando una sana crescita", prosegue.

Pertanto, il coordinamento reclama da parte dell’azienda un netto cambio di direzione e si aspetta segnali tangibili attraverso la firma del primo accordo di gruppo e invertendo l’esternalizzazione della attività produttive primarie. Per questi motivi, il coordinamento nazionale delle RSU del gruppo RDB ITALPREFABBRICATI, unitamente alle segreterie nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, proclamano lo stato di agitazione con l’immediato blocco degli straordinari e della flessibilità.

Inoltre, programmano un primo pacchetto di 24 ore di sciopero per l’intero gruppo a decorrere dal 9/11/23. Le assemblee dei lavoratori dei tre stabilimenti, che saranno svolte contemporaneamente nella giornata di mercoledì 8 Novembre, stabiliranno autonomamente le modalità e le e le tempistiche di esecuzione. Il coordinamento, unitamente alle organizzazioni sindacali territoriali e nazionali, ringrazia fin da ora i lavoratori che sosterranno queste iniziative necessarie a modificare le scelte e gli atteggiamenti aziendali, per garantire una buona occupazione e per arrivare alla sottoscrizione di un accordo di gruppo. "Come già dimostrato in passato, l’unione e la mobilitazione di tutti i lavoratori può cambiare lo stato delle situazioni e rappresenta lo strumento principale per sostenere il lavoro e i diritti",conclude.

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