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Lavori per la 'nuova' Variante, il Tar boccia il ricorso contro la Provincia

La ditta vincitrice dell’appalto era stata esclusa per non aver indicato i costi di manodopera

L’esclusione della ditta vincitrice dell’appalto indetto dalla Provincia per l’affidamento e i lavori di costruzione della variante di Sessa Aurunca, mediante collegamento tra la Statale Appia e la Provinciale 320 Travata, è un atto giuridicamente corretto. Lo hanno deciso i giudici della Prima Sezione del Tar di Napoli (presidente Salvatore Veneziano) che hanno rigettato il ricorso presentato dall’Ati costituita da Gielle Costruzioni ed il Consorzio Stabile Policost.

L’Ati si aggiudicò infatti la gara per un importo a base d’asta di 805mila euro, collocandosi in prima posizione (90,64 punti), seguita dalla seconda graduata Enersud (64,99 punti). Tuttavia il 20 dicembre 2017 la Provincia escluse la ditta perché “nellìofferta economica non sono stati indicati i costi della manodopera così come previsto dal comma 10 dell'art. 95 del decreto legislativo 56/2017”, aggiudicando quindi il bando alla seconda classificata.

I giudici del Tar hanno giudicato corretta la decisione della Provincia. Secondo il Tribunale amministrativo “i costi della manodopera costituiscono una componente fondamentale dell'offerta economica, la cui essenzialità è spiegata dalla stessa norma con la necessità di consentire alla stazione appaltante, prima dell'aggiudicazione, in sede di verifica delle offerte anormalmente basse, di accertare se il costo del personale è inferiore ai minimi salariali retributivi”.

Inoltre i giudici rilevano come “l'omessa indicazione dei costi della manodopera non lede solo interessi di ordine dichiarativo o documentale, ma si pone di per sé in contrasto con i doveri di salvaguardia dei diritti dei lavoratori cui presiedono le previsioni di legge che impongono di approntare misure e risorse congrue per garantire loro una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro espletato ex art. 36 della Costituzione”.

L’Ati costituita da Gielle Costruzioni ed il Consorzio Stabile Policost è stata quindi condannata al pagamento delle spese processuali in favore della società Enersud, che si era costituita in giudizio.

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