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Ingiunzione da 600 euro per una multa che non si trova. "Unica strada è ricorso, ma costa"

Il caso segnalato da un lettore, l'avvocato Posillipo: "Purtroppo la cancellazione dell'esenzione non tutela l'automobilista che spesso è costretto a pagare"

Si è visto recapitare una ingiunzione di pagamento dal Comune per una multa del 2014. Una ‘botta’ da oltre 600 euro che il diretto interessato non si attendeva e che non ricordava. Anche per questo si è recato negli uffici del Comune di Villa Literno per chiedere spiegazioni, ma qui è arrivata l’amara sorpresa: la multa non si trovava. La soluzione? Fare ricorso e, quindi, spendere soldi anche se si ritiene di non essere in errore.

La conferma è arrivata anche da un avvocato che abbiamo contattato per chiedere chiarimenti e dare supporto alla nostra lettrice. “Purtroppo l’unica speranza che ha l’automobilista è quella di fare ricorso” commenta Carmen Posillipo. “Bisogna pagare 43 euro di contributo unificato e 17 euro di marca da bollo”. 

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L’avvocato poi spiega: “Fino a qualche anno fa, le opposizioni a sanzioni amministrative erano esenti dal contributo allo Stato. Sebbene il cittadino doveva pagare il lavoro dell’avvocato, aveva una sorta di tutela, potendo opporsi al giudice di pace e veder tutelati i propri diritti. Da quando l’esenzione è stata soppressa, quasi sempre gli automobilisti sono spinti a pagare le multe, perché spesso equivalgono ai soldi necessari per il ricorso. In più oltre all’aggravio di spese c’è anche una complessità procedurale che non tutela l’automobilista. L’unica salvezza sarebbe quella di predisporre la figura di un difensore civico a sostegno dei cittadini che si trovano in questi casi”.

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