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Canoni non pagati durante sospensione Covid: il Comune chiude il cinema. Insorge l'opposizione

L'Ente revoca la convenzione con la BP lamentando circa 19mila euro di introiti mancati. I consiglieri: "Vendetta politica"

Il Comune di Sessa Aurunca revoca la concessione dell'affidamento del Cinema Corso-Seccareccia alla società BP. Emerge da una determina del dirigente al settore Patrimonio, Antonino Marchegiano. 

La decisione dell'Ente

Secondo quanto emerge dal provvedimento, alla base della revoca della convenzione - stipulata nel 2020 - ci sarebbe il mancato introito di fitti per circa 4800 euro in quanto "in modo unilaterale ed arbitrario l’esercente considerava la sospensione del periodo Covid, periodo per il quale le aziende in particolar modo quelle cinematografiche hanno avuto benefici statali con sovvenzioni e/o crediti d’imposta, di fatto riconteggiando unilateralmente i canoni dovuti", si legge nella determina. Somme a cui si andrebbero a sommare le spese sostenute dall'Ente per i costi di energia elettrica e fornitura idrica (circa 14500 euro). Per i ritardi nei pagamenti sia del fitto che per i consumi il Comune ha disposto la revoca. 

La reazione

Il provvedimento è finito nel mirino dell'opposizione. I consiglieri Luigi Del Mastro, Antonio Fusco, Carlo Loffredo, Silvio Sasso e Massimo Schiavone (Alberto Verrengia si è astenuto in quanto presidente della Commissione Controllo e Garanzia), attraverso una nota, parlano di "vendetta politica" dietro la decisione del Comune di revocare la convenzione. "Quanti sacrifici e impegno per riaprire quel cinema ora stupidamente e intenzionalmente chiuso per puro capriccio? Si vuole destinare la struttura ad un uso clientelare e familistico? - tuonano i consiglieri - Un’attività che dava soddisfazioni centrando una “prima visione” dietro l’altra. Una luce nella desertificazione crescente di una città resa ormai invivibile da scelte irrazionali e incomprensibili. La chiusura non è dovuta a motivi di pubblico o di altra natura, ma pretestuosamente imposta dall’Amministrazione comunale. E se pure dovessero eventualmente esserci motivi amministrativi che a noi non riguardano, questi sono da risolvere nelle sedi proprie, con ingiunzioni o termini di mora, salvaguardando a vantaggio dei cittadini la continuità dell'attività che costituisce servizio culturale e ricreativo di interesse pubblico, sociale e di prestigio per la città. Seguirà probabilmente tra le parti contenzioso legale, ma il cinema deve immediatamente riaprire. Ora e subito. Per questo serve anche l’indignazione della gente che sta già ampiamente montando in queste ore. Quest’Amministrazione Comunale ormai sta chiudendo tutto: cinema, strade, speranze giovanili, spazi sociali. Le difficoltà si possono pure accettare, ma farlo apposta e per fini propri non è consentito. Non finisce qua”. 
 

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