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Il caso Reggia. Educare alla bellezza per non darla vinta agli incivili

Le polemiche, le proposte ed una riflessione da 'non sconfitti'

Una clima "reazionario". Questo l'umore che vien fuori dal dibattito che in queste ore sta animando i social network dopo che nel giorno del 25 Aprile, quest'anno caduto in concomitanza con la cosiddetta Pasquetta dei marcianisani, il Parco Reale della Reggia di Caserta è stato lasciato come una pattumiera a cielo aperto, con i rimasugli del bivacco al museo lasciati in bella mostra sui prati.

E così l'indice è stato puntato sull'apertura del sito in una giornata considerata da "bollino rosso", almeno per quanto concerne la conservazione stessa di luoghi in cui si respirano le prestigiose radici della nostra storia. "Non capisco perché si apre di nuovo il parco a Pasquetta.

Un parco storico come quello della Reggia, a prescindere dagli incivili che abbondano dalle nostre parti, non è destinato ai picnic", commenta qualcuno sui social. "Perché permettete questo, se si va a Venaria a Torino non si può entrare con nessun tipo di cibo", fa da eco qualcun altro. Insomma se non si è in grado di far rispettare le regole (che ci sono e vietano forme di bivacco che ci sono state) meglio chiudere i battenti.

No. Non possiamo essere d'accordo. Accettare questa deriva reazionaria sarebbe un tornare indietro. Sarebbe una sconfitta, darla vinta agli insozzatori della memoria. La Reggia va tenuta aperta. Servono interventi strutturali, come qualche cestino in più, oltre, ovviamente, a controlli più serrati. Servono eventi capaci di "distrarre" le masse di visitatori soprattutto in questi giorni così delicati.

Serve un cambio di mentalità per rispettare Caserta e la sua Reggia, educare i visitatori alla bellezza. In tal senso la strada è stata tracciata, con l'apertura del lunedì in Albis di due anni fa dopo oltre 25 anni. Adesso non si può tornare indietro.

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