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Foto di Mussolini sui social, dopo l'indignazione parte la mobilitazione contro l'assessore

Manifesto di associazioni, sindacati e movimenti politici per chiedere le dimissioni. Assemblea la prossima settimana

Dopo le polemiche e le denunce arriva la mobilitazione. Associazioni, sindacati, gruppi politici si riuniranno il prossimo 13 gennaio alla sala "Franco Imposimato" di Maddaloni per aderire al manifesto per allontanare Claudio Marone dalla giunta comunale in seguito al post con la foto di Mussolini postato sui profili social dell'assessore maddalonese e per il quale lo stesso componente dell'esecutivo ha denunciato la violazione del proprio profilo.

"Nella società e nel mondo della comunicazione, specialmente tramite i social network, assistiamo a una crescente delegittimazione della Resistenza e dei valori antifascisti che hanno consentito l’edificazione della nostra patria comune - si legge in un manifesto dei gruppi aderenti - Esternazioni che ammiccano spudoratamente al fascismo acquistano inusitata risonanza e si propagano soprattutto tra i giovani, ai quali siamo talvolta incapaci di consegnare la responsabilità etica e politica di difendere le fondamenta della nostra democrazia. In questo clima di subcultura delirante e ignorante della storia, l’Assessore alla Sanità e all’Ambiente del Comune di Maddaloni, Claudio Marone, esprimendo pubblicamente contenuti in contrasto con i principi antifascisti che hanno animato la Costituzione e orientano la vita della Repubblica, si è dimostrato inadeguato a ricoprire il ruolo affidatogli, nettamente incompatibile con atteggiamenti fanatici e con qualsiasi forma, anche scioccamente goliardica, di apologia del fascismo. Il tentativo di rilegittimare il fascismo, la cui rievocazione a fini politici è un reato che esula dalla libertà di espressione, è un atto indegno per qualsiasi cittadino, inaccettabile a maggior ragione se questi ricopre un incarico di rilevanza istituzionale. Si travisa il senso profondo della libertà di pensiero e di espressione, quando questa si intende a garanzia della diffusione di immagini e parole che inneggino al regime fascista e alla sua ideologia violenta, razzista, liberticida - proseguono - La Repubblica, nata dalla Resistenza, ha costruito un argine a difesa della democrazia, dotandosi di una Costituzione che, fissando un terreno di valori comuni, scongiura il ritorno in auge di un’aberrazione della storia qual è stata l’esperienza nazi-fascista in Italia e in Europa. Nel rispetto della Carta e dei principi che essa sancisce è intollerabile, per chi abbia a cuore il nostro passato, il nostro presente e soprattutto il nostro futuro, consentire richiami che si rivelino denigratori della cultura antifascista italiana, il cui radicamento nelle esperienze resistenziali comuniste, socialiste, cattoliche e liberali, ha consentito alle ultime generazioni di vivere in uno stato democratico plurale, eretto da tutti coloro – partiti politici, associazioni, cittadine e cittadini – che, con bandiere diverse, hanno combattuto il fascismo, a costo della vita. L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia registra numerosi episodi di violenza, nell’autunno del 1943, contro la popolazione di Maddaloni, nonché testimonianze della resistenza opposta da gruppi di patrioti: 51 cittadine e cittadini maddalonesi ottennero le qualifiche di partigiani e patrioti, a riprova del fatto che l’antifascismo costituisce il DNA della nostra comunità, un patrimonio collettivo che va difeso e vivificato, non per meri scopi di rievocazione di un passato già morto o per fini retoricamente accademici, bensì per consolidare una comunità di donne e uomini con pari dignità umana, politica e sociale. La ferma condanna del comportamento dell’assessore Marone non ammette soluzioni minimizzanti, che offenderebbero la dignità umana e politica non solo di tutti coloro che partecipano all’amministrazione e siedono in consiglio comunale, ma la comunità maddalonese tutta: quando si tratta di difendere il patrimonio di valori comuni non è in gioco la mera dialettica politica che, fisiologicamente, e talvolta strumentalmente, vede opporsi diversi schieramenti politici. Qui non è in gioco la difesa delle squadre in campo o di affermare che Marone sia o non sia un buon assessore: egli è semplicemente non idoneo a ricoprire quel ruolo. A tutti coloro che rappresentano i cittadini nell’amministrazione e nel consiglio comunale spetta di riguadagnare il ruolo dell’arbitro, ricalcando il perimetro entro il quale la Costituzione consente di muoversi per essere ammessi a sedere degnamente in un consesso istituzionale civile. Al Sindaco della città di Maddaloni Andrea De Filippo chiediamo, pertanto, di difendere i valori ai quali ha aderito giurando sulla Carta, provvedendo all’allontanamento immediato dalla giunta dell’assessore Marone. È questo l’unico atto politico necessario a ripristinare la credibilità delle istituzioni democratiche della nostra città. La difesa della matrice antifascista della Repubblica è una battaglia culturale e politica che non può essere confinata a una parte, né affidata a chi viene sprezzantemente definito “professionista dell’antifascismo”: partigiane e partigiani sono, siamo, tutti coloro ai quali, oggi e domani, compete la difesa della Costituzione", concludono.

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