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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Aversa

"Poliziotti raccontino la verità sull'incidente in cui è morto nostro figlio"

A parlare è Biagio Ciaramella, papà di Luigi, deceduto nel 2008

Ricorre il 31 luglio ricorre l’anniversario della morte Luigi Ciaramella, il diciannovenne morto in un incidente sulla Strada Provinciale 131 di Caserta il 31 luglio 2008.

“Intendiamo nuovamente lanciare un appello per invitare coloro i quali quella tragica mattina hanno assistito all’incidente a raccontare i fatti. La mia famiglia, ormai condannata all’ergastolo del dolore, si rivolge anche alle Forze dell’ordine, poiché sarebbe giusto, dopo 15 anni, conoscere la verità. Dalla documentazione da noi acquisita sulla dinamica dell’incidente, si evince che ci sono molti punti oscuri in tutta la vicenda”. A parlare è Biagio Ciaramella, vicepresidente dell'Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv, e papà di Luigi. La famiglia Ciaramella si batte da tanti anni per ottenere giustizia per Luigi e per tutte le vittime della strada.

 “Qualcosa quella mattina non è andata così come ci hanno raccontato – aggiunge - ho effettuato dei sopralluoghi nel viottolo di campagna in cui Luigi ha perso la vita, ho notato delle stranezze. A distanza di tanti anni, la mia famiglia chiede, pertanto, ai due poliziotti di Aversa e della Stradale di Caserta che il 31 luglio di 15 anni fa hanno fatto le indagini sul luogo dell’incidente, di dire la verità. Insieme al nostro avvocato Davide Tirozzi e ai nostri periti abbiamo esaminato il fascicolo su mio figlio e notato nelle foto tanti particolari che ci hanno insospettito”.  

 Ora, il vicepresidente Ciaramella è impegnato, insieme all’avvocato di famiglia e ai periti, a preparare una ulteriore documentazione in vista dell’udienza che si svolgerà il prossimo 25 ottobre. “Se i periti del Tribunale avessero letto bene i documenti, si sarebbero accorti che tante cose non sono chiare. Riteniamo che, la mattina dell’incidente, un veicolo sia uscito dal viottolo a marcia indietro, abbia urtato la ruota destra dell’auto guidata da mio figlio e lo abbia catapultato sul palo della luce, che non doveva, tuttavia, essere lì”, rimarca il papà di Luigi. “Nelle varie udienze del processo, abbiamo chiesto di sapere chi ha preso i soldi dal portafoglio di Luigi, chi ha spostato il corpo di mio figlio nell’auto (almeno due persone), chi ha messo la polizza dell’assicurazione dietro alla nuca per fermare l’emorragia. Chi sa parli, noi non abbiamo nulla da perdere, la nostra vita è finita, ma dateci una risposta, fate riposare in pace Luigi.Invece, i professori universitari nominati dal Tribunale come periti non hanno voluto considerare tutti questi elementi, hanno addossato la colpa a mio figlio e sono stati incaricati di tenere corsi di sicurezza stradale nelle scuole insieme ad una associazione”.

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