Appalto da 7 milioni per 'Parco Primavera', scontro al Tar tra Comune e ditta
L'intervento di restyling finanziato con risorse Pnrr. I giudici riammettono azienda esclusa e sospendono aggiudicazione provvisoria
La riqualificazione del fabbricato B1 del 'Parco Primavera' di Tuoro, finanziata con circa 7 milioni di euro nell'ambito del Pnrr, si ferma al Tar. I giudici, infatti, hanno deciso di riammettere la Ditta Appalti Di Bello, esclusa dalla commissione di gara.
Emerge da una determina del dirigente Francesco Biondi che ha conferito incarico al legale Francesco Maria Caianiello per la costituzione dell'Ente nel giudizio. La commissione di gara, lo scorso 1° febbraio, da un lato aveva riammesso la Palma 73, in un primo momento esclusa e poi risultata aggiudicataria provvisoria, e dall'altro aveva escluso la Appalti Di Bello in quanto l'offerta economica sarebbe risultata "difforme" rispetto a quanto previsto dal regolamento di gara. Un provvedimento che è stato impugnato dinanzi al Tar dalla ditta Appalti Di Bello, rappresentata dall'avvocato Renato Labriola.
Nel suo ricorso la Appalti Di Bello lamenta le scarse motivazioni che hanno portato alla sua esclusione e contestuale riammissione, anche in questo caso con motivazioni carenti, della società cooperativa La Palma 73. Nel frattempo la Di Bello Appalti fa una richiesta di accesso agli atti riscontrando ulteriori gravi vizi non conosciuti in un primo momento che confermerebbero l'illegittimità dei provvedimenti adottati dal Comune.
Argomentazioni che sono state accolte dai giudici per i quali il ricorso "presenta profili di fondatezza che meritano approfondimento in fase di esame collegiale della domanda cautelare ed in modo particolare con riferimento al primo motivo di censura". La sospensione dei provvedimenti comunali è stata confermata dal giudice Vincenzo Salomone, presidente della prima sezione del Tar di Napoli, che - con provvedimento pubblicato il 15 marzo - ha anche ammesso con riserva la ricorrente alle ulteriori fasi del procedimento di scelta del contraente disponendo che il Comune depositi entro 10 giorni una relazione in cui chiarisca le doglianze della ditta esclusa.
