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Parcheggio sotto la Reggia, i giudici revocano la concessione

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso della Cogein: "L'Ente non aveva titolarità a rilasciare l'autorizzazione per la realizzazione e gestione dell'area"

Il parcheggio sotterraneo di piazza Carlo III è stato gestito dal consorzio Cogein per 18 anni senza alcun titolo. Il Consiglio di Stato mette la parola fine alla vicenda respingendo il ricorso del Consorzio in quanto il Comune non era proprietario dell'area (di cui è titolare il Demanio) e quindi "non aveva alcuna titolarità" a rilasciare la concessione per la realizzazione e gestione dell'opera. 

La vicenda comincia nel 1990 quando il Demanio ha rinnovato al Comune di Caserta per 6 anni (fino al 1996 e poi per altri 6 fino al 2001) la concessione dei "campetti" antistanti la Reggia di Caserta "ad un canone annuo di lire 40 mila, prevedendone la destinazione unicamente a giardini pubblici e con tassativa ed espressa esclusione di qualsiasi altro utilizzo". 

Nel 1991, però, il Comune individua (con una procedura non ad evidenza pubblica, tra l'altro) nell'Ati tra le società ITALGEN (a cui subentrerà Italimpa), gruppo IRI-ITALSTAT e il consorzio Cogein, l'impresa che avrebbe dovuto elaborare "uno studio generale di fattibilità del piano parcheggi e per l’esecuzione delle attività occorrenti per la progettazione nonché la realizzazione e la successiva gestione delle opere", tra cui il parcheggio di piazza Carlo III.

Nella convenzione è previsto addirittura che il comune "avrebbe costituito in favore del concessionario il diritto di superficie sulle aree individuate nei progetti e sul relativo sottosuolo". L'opera viene realizzata e nel 2001 inizia la gestione del parcheggio. Solo nel 2012 il Comune riceve dall'Agenzia del Demanio (dopo una "tollerante inerzia") una nota con cui si invita l'Ente (e quindi il concessionario Cogein) a riconsegnare l'opera in quanto quella convenzione, stipulata nel 1991, doveva considerarsi nulla. In altre parole il Comune ha dato in concessione un'area di cui non era proprietario (un po' la vendita della fontana di Trevi). Di qui il ricorso per l'annullamento dei provvedimenti.

Già nel 2014 il Tar della Campania aveva respinto l'istanza ribadendo come Palazzo Castropignano non abbia "mai avuto la titolarità del potere di disporre delle relative aree, tanto meno mediante il rilascio di una concessione per la realizzazione e gestione dell’opera in questione". Di qui si desume che "il parcheggio è stato gestito, e prima ancora realizzato, dal Consorzio ricorrente senza un titolo che legittimasse la disponibilità dell’area relativa, la quale risulta pertanto indebitamente detenuta e trasformata dal Comune e dal suo concessionario". La sentenza del Tar è stata confermata dal Consiglio di Stato.


 

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