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L’OMICIDIO DI VINCENZO L’appello della madre ai magistrati: "Lasciatelo riposare in pace"

La famiglia non ha ancora ricevuto la salma del 25enne a 10 mesi dal brutale omicidio

A dieci mesi dal brutale omicidio di Vincenzo Ruggiero, il 25enne di Parete ucciso nella notte tra il 7 e l’8 luglio dello scorso anno ad Aversa e poi fatto a pezzi in un garage di Ponticelli, quel che resta del suo povero corpo non è stato ancora restituito alla famiglia. La madre del giovane, Maria Esposito, ha lanciato l’ennesimo appello per poter vedersi restituita la salma del figlio per poter svolgere i suoi funerali e, attraverso l’avvocato di famiglia, ha chiesto alla procura di Napoli Nord di restituire i resti di Vincenzo per dargli “una degna sepoltura e riposare in pace”.

Per l’omicidio di Vincenzo è finito in carcere, in attesa del processo, il 35enne Ciro Guarente. L’ex marinaio avrebbe ucciso il 25enne perché geloso del suo rapporto di amicizia con la trans Heven Grimaldi, fidanzata proprio di Guarente. Quest’ultimo lo avrebbe quindi ucciso con due colpi di pistola in un appartamento di Aversa e poi trasportato nella notte in un garage di Ponticelli, dove per disfarsi del corpo lo fece a pezzi. In cella è finito anche un complice di Guarente, Francesco De Turris, 51enne di Ponticelli, che avrebbe fornito all’ex marinaio la pistola.

Nella lettera inviata alla procura vi sono parole durissime nei confronti di Guarente: “Attendiamo la chiusura delle indagini preliminari ed il successivo rinvio a giudizio dell’omicida – hanno scritto i familiari di Vincenzo -  auspicando che questi, ritrovando un barlume di dignità, voglia almeno risparmiarci di dover assistere al triste e patetico tentativo volto a far credere, ma invano, che la sua spietata e feroce condotta possa oggi condurlo ad una sorta di rimorso, o addirittura pentimento, che invece, nella nostra triste vicenda, avrebbe quale unico e solo fine quello di provare ad ottenere una riduzione della pena. Mai alcun segno di rimorso, men che meno di pentimento, potrà mai essere adombrato da un così feroce e spietato assassino, senza aver prima rivelato la verità non solo sulle macabre modalità di disfacimento del cadavere, ma anche e soprattutto circa i nomi degli altri soggetti che hanno certamente partecipato a tale agghiacciante distruzione. Senza un tale indispensabile presupposto, pertanto, la famiglia Ruggiero non potrà mai provare alcun senso di pietà - ed auspica che nessun altro vorrà mai farlo – per chi, purtroppo, pietà non ne ha affatto avuta nei riguardi del loro amato Vincenzo”.

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