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Mercato ortofrutticolo chiuso da 7 mesi: "Consegnamo chiavi e tessere elettorali" | FOTO

La protesta degli operati davanti alla sede del Comune

Le chiavi dei locali e le tessere elettorale: tutto consegnato nelle mani del sindaco di Aversa Alfonso Golia. E’ la protesta inscenata questa mattina dagli operatori del mercato ortofrutticolo che dallo scorso mese di ottobre non hanno un’area dove poter lavorare in seguito al blitz dei carabinieri del Nas e degli ispettori dell’Asl di Caserta che hanno certificato condizioni non a norma per poter continuare l’attività commerciale. Dopo tante settimane di attesa, finalmente il Comune aveva affidato i lavori per rimettere a nuovo l’area, ma l’arrivo della pandemia da Covid-19 ha rallentato di nuovo tutto. Così gli operatori, stanchi dei continui ritardi, questa mattina si sono portati in piazza Municipio per protestare. “Riteniamo che in maniera arbitraria siano stati sospesi i lavori di adeguamento igienico sanitario della struttura” esordisce Carlo Di Dato, presidente di Asso Diritti. “La struttura è stata chiusa il giorno 11 ottobre 2019, ma nonostante le coperture economiche, ad oggi ancora non si vede la luce in fondo al tunnel. Rimanere sette mesi senza possibilità di avere una legittima entrata ha costretto i circa 300 operatori ad indebitarsi per provvedere al minimo sostegno delle proprie famiglie. Ciò nonostante al Comune di Aversa continuano a prendere tempo. Ma perché? Quali sono i motivi per i quali indugiano?”.

protesta operatori mercato ortofrutticolo-2

Ai commissionari del mercato i 300 lavoratori hanno affidato le proprie schede elettorali e le chiavi degli stand. “Abbiamo scelto di bruciare le schede elettorali e di smaltirle correttamente unitamente alle chiavi. E’ crollato il rapporto di fiducia tra la Pubblica Amministrazione ed il cittadino. Non essendo rispettati, riteniamo che coloro che occupano il ruolo di governo del Comune, non meritano la nostra fiducia ed il nostro rispetto” affermano i rappresentanti degli operatori che concludono dichiarando che “siamo costretti a riferirci a livelli superiori affinché provvedano al sostentamento delle nostre famiglie. Quello di oggi è l'ultimo presidio condotto e gestito in maniera rispettosa, ma se le difficoltà rimarranno solo nostre, non possiamo essere certi di avere la capacità di continuare ad essere rispettosi delle Leggi”.

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