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Il presidente Mattarella ricorda don Peppe Diana: " Il suo martirio ha lasciato un segno profondo"

Il Capo dello Stato ha ricordato il prete ucciso dalla camorra nel giorno in cui avrebbe compiuto 60 anni

Avrebbe compiuto 60 anni don Giuseppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 all’età di 36 anni. Ma il suo ricordo è vivo, come ha tenuto a spiegare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “nella sua comunità di Casal di Principe come nel cuore di tutti gli italiani che non intendono rinunciare alla loro libertà e mai si piegheranno alla violenza delle organizzazioni criminali”.

Oggi, ha aggiunto il Capo dello Stato, "don Giuseppe compirebbe sessant'anni, se i camorristi assassini non l'avessero vigliaccamente colpito nella Chiesa di cui era parroco, prima di celebrare la messa. Il suo martirio ha lasciato un segno profondo, mostrando ancora una volta la disumanità della camorra - dei suoi mezzi come dei suoi fini - ma al tempo stesso ci ha indicato la strada da percorrere, quella della dignità, dell'impegno, della crescita culturale, della solidarietà, del contrasto senza paura all'illegalità e alle ingiustizie. Le mafie - sottolinea Mattarella - si insinuano nelle debolezze delle istituzioni e nei luoghi della marginalità: questo don Giuseppe Diana ha sempre denunciato con forza. Richiamando tutti noi a compiere il proprio dovere, e ad essere testimoni di quella società migliore che soltanto insieme possiamo davvero costruire".

 "Istituzioni e società hanno una comune responsabilità nel contrastare le mafie e sradicare la loro cultura di sopraffazione e di morte - dice ancora Mattarella -. Don Giuseppe ha scritto e gridato che la 'camorra oggi è una forma di terrorismo'. E lo ha ripetuto pensando anzitutto ai giovani, che le organizzazioni criminali cercano di irretire e reclutare, indicando la via della violenza, della violazione delle regole della convivenza civile come scorciatoia per la propria affermazione. La comunità civile deve, dal canto suo, offrire l'alternativa della crescita nel rispetto della vita e dei diritti, puntando sul valore formativo della scuola ma anche sulle reti sociali di solidarietà e di legalità, che possono dare un contributo decisivo per isolare i traffici illeciti, la corruzione, la complicità, il crimine violento. La memoria di uomini come don Giuseppe – ha concluso il presidente Mattarella - e l'amore da lui espresso per il suo popolo, costituiscono una risorsa preziosa a cui attingere per battere le strategie criminali e le mafie di ogni natura".

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