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"Te la diamo gratis la patata": bufera sul manifesto sessista del girarrosto

Il cartellone suscita indignazione sui social network. La consigliera Caterino: "Sconcertante ed inopportuno"

"Te la diamo gratis la patata", acquistando due polli. Una ragazza prosperosa che mette in bella mostra il seno accanto a due polli allo spiedo ed una vaschetta di patate al forno. Sono questi gli ingredienti di una pubblicità mal riuscita di un girarrosto di Aversa, che in queste ore sta suscitando non poche polemiche sui social.

Il manifesto, davvero di cattivo gusto, è finito sulla pagina Facebook "Un altro rispetto" che si occupa di parità di genere, scatenando l'indignazione degli utenti, in particolar modo delle donne. "Ci ha pensato da solo a farsi una cattiva pubblicità", si legge tra i commenti alla foto. "Brutto segno della mentalità medioevo!! Una vergogna verso la dignità delle persone ( maschi e femmine)", fa da eco un'altra donna.

Ormai il danno è fatto: il manifesto, affisso lungo le strade dell'agro aversano, comincia a circolare in rete scatenando rabbia e non trovando le istituzioni indifferenti alla questione, con il cartellone pubblicitario segnalato alla polizia municipale. "È sconcertante ed inopportuno utilizzare una simile pubblicità sessista come richiamo per vendere un prodotto - commenta la consigliera Elena Caterino - Certe allusioni sulla donna condizionano la visione culturale nei suoi confronti e ostacolano il raggiungimento di una vera parità di genere. La donna viene spesso raffigurata semplicemente come un oggetto sessuale, oppure le si attribuisce un carattere frivolo e vanitoso e interessi sciocchi. Una posa, un’espressione, bastano a colpire l’immaginario sociale, perché un’immagine resta impressa molto più di mille ragionamenti. In questo modo il ruolo femminile resta legato agli stereotipi culturali che ben conosciamo. Nella nostra società si comunica spesso attraverso immagini o scritte allusive perché sanno veicolare in breve e compiutamente dei messaggi ed inducono reazioni emotive importanti. Non sempre però quelle emozioni sono positive, potrebbero anche andare a stimolare immaginari poco equilibrati, con possibili reazioni negative. Perciò, anche come misura di prevenzione nei confronti della violenza di genere, credo sarebbe opportuno fare pubblicità più sobrie e più legate al reale. Come donna ancor prima che come figura istituzionale chiedo un maggior rispetto nei confronti delle donne e delle loro rappresentazioni; ci vuole anche la consapevolezza che la donna è una persona e non un prodotto che si può esibire come si vuole".

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