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Inchiesta sui migranti. “Noi denunciati da chi ha rubato i fondi”

Il centro sociale parla dopo le perquisizioni dei carabinieri

“Tutta l’operazione si è svolta con la piena, totale e fattiva collaborazione degli operatori del progetto, i quali sono consapevoli della assoluta regolarità di tutte le attività svolte e che neppure un centesimo dei fondi destinati al progetto è stato sprecato o male utilizzato”. Rispondono così i membri del centro sociale ex Canapificio, gestori del progetto Sprar a Caserta, finito nel mirino della Procura di Santa Maria Capua Vetere con i controlli ad opera dei carabinieri del Nucleo investigativo presso le abitazioni dei richiedenti e titolari di protezione internazionale.

Il blitz nelle case dei migranti

Controlli e perquisizioni che hanno riguardato anche i documenti che dovrebbero attestare la regolarità dello svolgimento del progetto e dell’utilizzo dei fondi per i corsi di integrazione linguistica e lavorativa. Proprio quest’ultima vicenda è quella più spinosa per il Comitato Centro Sociale, che però, ribandendo “l’assoluta regolarità di tutte le attività svolte”, passa al contrattacco.

Secondo i ‘dirigenti’ del centro sociale i controlli della Procura sono scattati a seguito delle accuse rivolte nei confronti di alcuni operatori del progetto da parte di un soggetto “che era inserito nel progetto Sprar e ne è stato estromesso”. L’allontanamento, con conseguente denuncia all’autorità giudiziaria, sarebbe dovuto ad una appropriazione indebita, “per essersi cioè appropriato di beni destinati allo svolgimento del progetto – accusano dal comitato - e che per questa ragione è stato rinviato a giudizio il prossimo 3 luglio davanti al giudice penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere”.

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