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Il Consiglio di Stato mette la parola fine alla guerra legale con Iacp Futura

Pubblicata la sentenza, il sindaco esulta: "Avevamo ragione"

Il Consiglio di Stato mette la parola fine alla vicenda della Iacp Futura. Con sentenza pubblicata due giorni fa, il 3 settembre, i magistrati hanno ritenuto inammissibile il ricorso della Iacp Futura “dando quindi ragione al nostro Ente – afferma il sindaco Nazzaro Pagano – e quindi giudicando regolare tutto l’iter utilizzato da questa amministrazione che oggi vince una battaglia importante che ci regalerà l’acquisizione di un bene che porterà denaro nelle casse comunali”.

Sì perché già nell’ultimo consiglio comunale il primo cittadino di Casaluce ha riferito che “questi beni saranno ufficialmente assegnati al Comune e quindi passerà nelle mani dell’Ente tutto quanto insiste su quella porzione di terreno. In questo modo si potrà indire una manifestazione di interesse per l’acquisizione di questi immobili da parte di soggetti interessati”.

Il tutto ha inizio con la delibera 17 del 2009 con la quale l’allora insediata commissione straordinaria prefettizia annullò la deliberazione del consiglio comunale del 10 maggio 2003 nella parte in cui era stata individuata la società Iacp Futura a.r.l. quale soggetto attuatore del programma edilizio oggetto della stessa delibera, nonché concessionaria del diritto di superficie sull’area e quindi, per l’effetto, rescisse la successiva convenzione del 10 novembre 2004.

Poi ci fu un’ordinanza (la numero 23) del 18 giugno 2013 con la quale si dispose l’annullamento in autotutela del permesso di costruire e la demolizione delle opere realizzate. A questo la Iacp Futura fece ricorso al Tar ma nel dicembre 2014 arrivò la sentenza della VIII sezione del Tar della Campania che sancì la vittoria del Comune di Casaluce rigettando totalmente, con sentenza 6494 del 10 dicembre 2014, il ricorso presentato dalla Curatela del Fallimento Iacp Futura. L’ultimo grado di giudizio sarebbe stato il Consiglio di Stato: la Iacp Futura si è presentata anche davanti a questo organo di giudizio ma, per l’ennesima volta, è uscita sconfitta dalla ‘battaglia’. E ora la questione è chiusa: quel terreno è del Comune.

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