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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità Orta di Atella

Frati francescani a rischio 'sfratto', c'è l'appello al Papa

Mobilitazione della comunità e del sindaco: "Sono un patrimonio della città"

Il sindaco di Orta di Atella, Vincenzo Gaudino, ha scritto direttamente a Papa Francesco, un appello “nell’interesse dei suoi cittadini, nella più viva speranza che esso sia accolto”. La missiva “dopo avere appreso la notizia dell’imminente ritiro dei Frati dell’Ordine Francescano Secolare dal Santuario di San Salvatore da Horta e dall’annesso Convento di San Donato (deciso dalla Curia Provinciale), in cui gli stessi Francescani, da decenni, operano, spiritualmente e socialmente, nella nostra comunità, con una incisiva opera di evangelizzazione, oltre che di impegno civile”.

E’ forte il sentimento di devozione e di attaccamento dei cittadini, che alla notizia di un allontanamento dei frati francescani, sono caduti in profondo stato di agitazione. Il popolo crede, da sempre, alla presenza del Frate-Santo, che ha scelto Orta di Atella, per diffondere il culto e il credo Francescano e, in virtù di tale fede, frequenta assiduamente il Santuario, retto dai Frati Minori, pur senza le funzioni parrocchiali. Per meglio comprendere il legame tra la città di Orta di Atella ed il Santuario, è necessario capire cosa lega, così fortemente, il popolo ortese al Santuario. Si tramanda di una nobildonna napoletana, veramente esistita, la Principessa Belmonte, tale Paolina Pignatelli Aymerique Pinelli, che era gravemente malata presso l’Ospedale Incurabili di Napoli, alla quale apparve un fraticello (San Salvatore da Horta), che la invitò ad alzarsi dal letto e a seguirlo, promettendole una miracolosa guarigione. Insieme camminarono per diverse ore, finché giunsero dinanzi ad un tabernacolo in aperta campagna (Antica Atella), sul cui muro v’era l’antico dipinto di una effige della Madonna in trono, venerata dagli Angeli (Madonna degli Angeli). In segno di gratitudine nei confronti della Vergine Maria e del Beato Salvatore, la principessa Belmonte, per la miracolosa guarigione, fece edificare, nello stesso punto, una Chiesa, l’attuale Santuario di San Salvatore, con annesso convento. I 30 mila cittadini di Orta di Atella non possono farne a meno. Non ne capiscono, e non ne capirebbero, mai le ragioni.

Ecco perché, è già in corso una mobilitazione generale cittadina, che ha portato in poche ore a un’adesione, sottoscritta dai tanti fedeli. “Per questo, non posso, assolutamente, restare inerte di fronte a tale notizia, considerato che l’allontanamento dei Frati Francescani determinerà irrimediabilmente un totale smarrimento e disperazione della popolazione. Il Santuario di San Salvatore ed il Convento Francescano, pur non svolgendo funzioni di Parrocchia, vanno, comunque, preservati come patrimonio religioso, storico, sociale e culturale del popolo ortese. Essendo evidenti e di pubblico dominio le testimonianze di affezione ai Frati Minori, mi ritengo, come detto, in dovere di difendere il Convento Francescano, nel momento più difficile della sua storia”. Per il primo cittadino questa è una “vicenda che mi sta particolarmente a cuore, anche come Primo Cittadino di Orta di Atella e devoto di San Salvatore da Horta. Si tratterebbe, infatti, di una perdita storica e di un sacrificio che peserebbe in maniera dolorosa sulla popolazione, che perderebbe tale riferimento materiale e spirituale. Ho l’onore di professarmi, con profondo rispetto, il servo più umile ed obbediente di Sua Santità”.

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