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Fase 2, i bar ripartono col take away ma non tutti sono contenti

Rondinone: "Stiamo andando molto bene con l'asporto e la consegna a domicilio". Papa: "Così non rientriamo nemmeno delle spese"

Ripartono tra preoccupazione per il futuro ma anche grande tenacia i bar di Caserta, dopo aver ricevuto il via libera anche al take away oltre alla possibilità di effettuare consegne a domicilio. La "fase 2" è appena cominciata ed il segnale di ripresa (seppur minimo), almeno per quanto riguarda il 'ritorno' in strada dei cittadini dopo i giorni di "reclusione", a Caserta c'è stato eccome. Insomma anche se con mascherine al volto e distanziamento sociale, i casertani stanno cominciando pian piano a ritornare alla vita "di prima".

Torna il "rito del caffè"

Grazie alle maggiori possibilità di uscita in tanti si sono riversati nelle strade del Capoluogo, e il "rito del caffè", tornato in grande spolvero, ha riacceso un po' gli animi dei titolari dei bar casertani. "La gente deve ancora abituarsi a questo nuovo sistema di vendita dovuto all'emergenza coronavirus, ma siamo andati davvero molto bene con le consegne a domicilio e con il take away - afferma Rosario Rondinone, titolare del Bar Boys sito in piazza Cattaneo - L'unico problema nasce per chi, come noi, ha a disposizione posti a sedere all'esterno del locale: un servizio in più che possiamo offrire ai nostri clienti che però purtroppo al momento non è consentito".

La ripresa post lockdown dei bar a Caserta

Il 'banco di prova' del take away si può dire dunque superato. "Con le prenotazioni telefoniche per l'asporto siamo andati piuttosto bene - sottolinea Gianni Genovese, titolare dello chalet-bar Genovese sito in piazza Vanvitelli - Ero a dire il vero un po' scettico considerato che lavoriamo molto con le consegne nei negozi e negli uffici (la maggior parte ancora chiusi per l'emergenza), ma la fortuna di stare nel cuore della città, in un luogo facilmente accessibile, ci aiuta moltissimo. Era giusto dare un segnale di ripresa e lo abbiamo fatto. La gente devo dire la verità in questi primi giorni di riapertura post lockdown si è dimostrata molto educata e soprattutto molto coscienziosa e rispettosa del senso civico".

Non tutti sono contenti: "Così non rientriamo nemmeno delle spese"

Certo è che la ripresa da un punto di vista economico per i bar del Capoluogo resta comunque carica di incertezze. E le incertezze più grandi sono soprattutto per tutti quei bar improntati essenzialmente al servizio diretto al cliente. E' il caso del Bar Coffea sito nel centro storico di Caserta, in via San Carlo: "Queste restrizioni ci hanno distrutto - spiega il titolare Enzo Papa - Le consegne a domicilio le stiamo facendo ma come si suol dire è acqua che non leva sete. Sono molto preoccupato. Il nostro settore è quello che sta pagando maggiormente le pene di questa pandemia. E' davvero difficile lavorare in questo modo. Così non rientriamo nemmeno delle spese".

A subire la "mazzata" (da un punto di vista economico) più forte sono stati principalmente i locali della movida, che a causa del divieto di assembramenti non hanno motivo di riaprire al momento. "Abbiamo deciso di non riaprire dal 4 maggio perchè così proviamo a congelare almeno le spese e dunque a limitare i danni - sottolinea Simone Luciano, titolare del frequentatissimo 'Interno 35', un locale specializzato in cocktail sito in via San Carlo - Sono d'accordo che bisogna tutelare la salute di tutti, ma al contempo il Governo, le banche dovrebbero sostenerci in questo periodo di profonda crisi. Torneremo più forti di prima se ci daranno la possibilità".

Intanto nella giornata di mercoledì 6 maggio è in programma, al Comune di Caserta, una riunione tra i commercianti e l'assessore alle Attività Produttive, Emiliano Casale, proprio per affrontare i temi della ripresa post lockdown.

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