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Stop a sagre e feste, il produttore di torroni: "150 famiglie in ginocchio"

Carlo Fera di Marzano Appio lancia l'allarme: "Bisogna subito ripartire, il Covid ci ha distrutto"

"Non vendiamo il nostro torrone da mesi, vogliamo che ripartano le sagre e le feste patronali. Ci sono numerose categorie, legate al mondo degli eventi, che sono completamente in ginocchio". Ad affermato Carlo Fera, commerciante di Marzano Appio, produttore di torroni che a casa di questo maledetto coronavirus ha 'messo in pausa' l'attività commerciale con la produzione ferma ai mesi pre-Covid. Fera si fa portavoce di almeno "150 commercianti, titolari di piccole imprese, che girano la provincia e la Regione per le feste patronali - dice - ma siamo stati completamente abbandonati da tutti. Dalla Regione nessuna risposta, così come neanche dallo Stato. Dobbiamo necessariamente ripartire il prima possibile, non sappiamo più come garantire un piatto sulla tavola ai nostri figli".

E' una protesta, quella dei commercianti del torrone, che si lega a quella delle luminarie, così come a quella dei produttori di dolciumi da destinare alle feste. "Non vogliamo sussidi - conclude Fera - ma semplicemente lavorare. Personalmente sono anche proprietario di un laboratorio di torrone, ho delle spese enormi da affrontare durante il mese e non c'è nessuno che ci dice quando si potrà finalmente ripartire. L'estate è la stagione clou, con feste in piazza e varie sagre che ci permettono di lavorare e di portare avanti l'attività commerciale. Gli eventi muovono 50 milioni di euro all'anno, siamo amareggiati. Non possiamo permetterci di restare ancora fermi, fateci lavorare".

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