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Estate senz'acqua per oltre mille detenuti in carcere

La denuncia dell'associazione Antigone dopo il blitz alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere

Condizioni disumane al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Circa mille detenuti nella casa circondariale "Uccella" rischiano di trascorrere un'altra estate senza acqua con celle in sovrannumero. E' quanto denuncia l'associazione Antigone che nei giorni scorsi ha effettuato un'ispezione presso l'istituto penitenziario casertano.

Secondo quanto riferito dai membri dell'associazione, che si occupa dei diritti dei detenuti, nonostante i fondi messi a disposizione per i lavori di allaccio alla rete idrica cittadina, dentro e fuori le mura, "non si prevedono - rivela l'associazione - tempi brevi" per la fine dei lavori. La Regione Campania ha trasferito al Comune di Santa Maria Capua Vetere 2 milioni di euro di fondi europei.

Il progetto esecutivo è stato presentato ma bisogna ancora indire la gara d'appalto europea. Nei mesi estivi "la situazione è intollerabile", sostiene Antigone anche se la direzione del carcere ha spiegato che lo scorso anno "non si sono riscontrati problemi seri".

Anche quest'anno, intanto, per il mancato allaccio sarà necessario servirsi di un pozzo semiartesiano con impianto di potabilizzazione, auspicando che l'estate non sia troppo torrida. L'istituto, infatti, dista solo 600 metri dal vicino Stir e "soprattutto d'estate - denuncia Antigone - fa sì che si debba sopportare un olezzo nauseabondo dovuto allo stoccaggio ed al trattamento dei rifiuti". E' dello scorso novembre l'ultimo devastante incendio a uno dei capannoni dello stabilimento di tritovagliatura e imballaggio di rifiuti di Santa Maria che, per il forte impatto ambientale, portò il governo a dichiarare guerra ai roghi in Terra dei Fuochi e molte istituzioni locali, cittadini e comitati, dopo le fiamme, denunciarono un avvenuto "disastro ambientale".

A vivere il disagio saranno circa 1019 (i dati sono del 14 maggio 2019) detenuti, a fronte di una capienza di 850 posti, che sono ospitati nella struttura, prossimamente ampliata grazie alla prevista costruzione di due nuovi padiglioni. Il tasso di affollamento è pari al 119%, in linea con il dato nazionale sul sovraffollamento delle carceri italiane.

Le donne sono 64, alcune recluse in regime di Alta Sicurezza cosiddetto AS3, che riguarda i detenuti che hanno rivestito posizioni di vertice nelle organizzazioni dedite al traffico di stupefacenti. Sono 378, in totale, i reclusi secondo questo regime. Gli stranieri sono 187 ma non ci sono luoghi di culto riservati ai non cattolici. Non sono presenti mediatori linguistici e culturali per il culto islamico anche se è previsto tutto l'anno un menù per i musulumani e la Carta dei diritti dei detenuti viene consegnata anche nelle lingue straniere più diffuse.

Un altro annoso problema che riguarda la struttura, come segnalato dalla direzione del carcere, riguarda la carenza di agenti penitenziari (sono 390 a fronte dei 470 previsti) e, soprattutto, di educatori, solo quattro per oltre mille detenuti anche se ne servirebbero 10. Nel 2018 sono stati registrati 137 casi di autolesionismo e 97 scioperi della fame. E' bene segnalare che, secondo Antigone, l'istituto versa in discrete condizioni strutturali, comprese le celle, dove vivono al massimo 4 persone. Nel carcere, inoltre, ci sono free zone per i detenuti comuni che possono accedere anche a diverse attivita' di intrattenimento, seguire corsi scolastici, di teatro o di danza, frequentare il liceo artistico presente nell'istituto, corsi formativi per pasticcieri o piazzaioli e lavorare in due sartorie che producono camicie, pantaloni e borse.

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