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Terremoto all’Ato Rifiuti, Velardi attacca un sindaco ed i consiglieri regionali

Il presidente torna sulle dimissioni dopo il voto per il direttore generale

Una stilettata. Come nel suo stile, Antonello Velardi mette nel mirino i ‘colpevoli’ del terremoto all’Ato Rifiuti Caserta che lo hanno portato ad annunciare le sue dimissioni da presidente dopo la nomina del direttore generale nella persona di Agostino Sorà, ex dirigente alle Finanze del Comune di Santa Maria Capua Vedere. 

“La nomina del direttore generale di un organismo così importante non è un atto qualsiasi - scrive su Facebook - ma un atto di fortissima valenza politica, su cui si misura la capacità di un gruppo dirigente di indicare i percorsi futuri di sviluppo. Riproporre vecchi nomi, protagonisti di una stagione che è stata disastrosa per l'intera provincia di Caserta con un danno d'immagine incalcolabile che non sarà mai davvero recuperato, significa non aver capito la lezione. Come si fa a non capire che bisogna completamente cambiare registro, scegliendo protagonisti nuovi, manager che abbiamo un'impostazione diversa, di totale discontinuità? Come si fa a non capire che una scelta così importante ha anche un valore simbolico? Cioè, porta in sé un messaggio. Se si sceglie come direttore generale chi ha gestito i rifiuti nel passato significa che non si vuole cambiare ma si vuole continuare lungo la strada del passato. E questo al di là del valore dei singoli”.

E qui arriva la prima stilettata. Nel mirino il main sponsor di Sorà, il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra: “Mi ha sorpreso trovare come sponsor del vecchio andazzo un sindaco di una città importante che si è presentato come il nuovo. Mi riferisco ad Antonio Mirra, primo cittadino di Santa Maria Capua Vetere. Voler a tutti i costi nominare un direttore generale che è attualmente impegnato ancora nel business della monnezza, tra l'altro anche a Santa Maria, dopo essere stato dirigente a chiamata diretta dello stesso comune, non è certamente un atto illegale ma è una scelta che la gente comune non capisce. Ovvero percepisce come un favore da farsi a chi ha o ha avuto interessi in quella città. Cioè è una scelta percepita come impropria, con logiche della vecchia politica. Da Mirra non me lo aspettavo, ha dato di sé l'immagine del vecchio dopo essersi presentato come il nuovo. Con questa sua condotta ha danneggiato anche l'immagine della sua Santa Maria”.

E nel mirino del presidente dimissionario finiscono anche i consiglieri regionali: “Certamente Mirra non ha fatto tutto da solo. A lui si sono accodati altri componenti del consiglio dell'Ato e appare chiaro che in questa scelta i consiglieri regionali hanno avuto un ruolo importante. I soliti consiglieri. I soliti che mettono le mani ovunque e lasciano tracce ovunque ci sia da gestire pezzi di potere. Continuano a non voler capire che la gente queste pratiche qui non le tollera più.  La percezione è chiara: non siamo in grado di trasmettere un messaggio di efficienza, di modernità, di voglia reale di cambiamento. Ultimi eravamo e ultimi rimarremo, purtroppo per noi”.

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