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Il Demanio chiede il dissequestro del Carmine e prova ad 'incastrare' la Diocesi

Da "fraintendimento burocratico" a "pasticcio istituzionale", la vicenda rischia di finire a carte bollate

Richiesta dissequestro per effettuare un sopralluogo. Questa l’istanza presentata dalla Direzione Regionale della Campania dell’Agenzia del Demanio che, in accordo con il Comune di Aversa, ha scritto al Tribunale di Napoli Nord ed alla Procura Normanna chiedendo il dissequestro del complesso del Carmine.

“Chi deve fare i lavori? Chi è il proprietario della struttura?”. Queste le domande che sono diventate un rompicapo o quasi un tormento negli uffici di piazza Municipio. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro presso la casa Comunale in assenza, però, di rappresentanti della Diocesi (non invitati) e della Soprintendenza, “al fine di reperire una concertata soluzione atta ad eliminare il pericolo per la pubblica e privata incolumità, già acclarato con ordinanza commissariale n. 10 del 8/02/2024, emessa nei confronti della Diocesi di Aversa”. In realtà l’ordinanza dello scorso 8 febbraio è stata “rispedita al mittente” dalla Diocesi normanna in quanto non proprietaria del bene. Nel corso dell’incontro della scorsa settimana l'Agenzia del demanio ed il Comune, “si sono impegnati nel valutare, sotto il profilo tecnico-organizzativo, i lavori provvisionali finalizzati al conseguimento del certificato di eliminato pericolo una volta accertata l'inottemperanza della Diocesi di Aversa”.

In realtà anche il Demanio è destinatario di una nuova ordinanza di messa in sicurezza del Complesso sito in via Abenavolo. Intanto Demanio e Comune provano a far fronte comune unendo le proprie forze per provare a far fare i lavori di messa in sicurezza dalla Diocesi. Da “fraintendimento burocratico” tra Comune, Diocesi e Demanio che rischia di finire a carte bollate, presto si potrebbe arrivare a “pasticci burocratici” che metterebbero a rischio rapporti istituzionali tra Diocesi, Comune, Demanio e Soprintendenza. 

Il Comune ha notificato alla Diocesi l’ordinanza per la messa in sicurezza. Ordinanza che è stata ‘rispedita al mittente’ dopo aver ribadito come “all’attualità la Chiesa di S. Maria del Carmine e l’area attigua sono in proprietà Demanio dello Stato (ramo Finanze). La Diocesi di Aversa ha avuto in uso tali immobili sino a circa l’anno 2013, quando essi vennero consegnati al Provveditorato alle Opere Pubbliche per l’effettuazione di lavori di restauro (G.U. 2/7/2012 n. 152), ad oggi incompleti e sospesi. Il comprensorio monumentale non è mai stato più restituito in uso a questa Diocesi da quel momento”.

Per il direttore dell’ufficio beni ecclesiastici "nonostante la proprietà dell’edificio è del Demanio dello Stato (ramo Finanze) – a cui compete pertanto ogni opera di manutenzione, anche straordinaria come necessaria nel caso di specie – nonché nonostante lo stesso edificio è nella disponibilità del Provveditorato alle Opere Pubbliche, il Comune di Aversa ha inspiegabilmente notificato l’Ordinanza commissariale n. 10/2024 del 08/02/2024 a questa Diocesi, che si ribadisce non gode più dell’uso degli immobili in argomento sin da circa il 2013, né ne ha la proprietà, né su di essi vanta alcun altro diritto reale”.

Mentre Comune, Demanio, Diocesi e Soprintendenza litigano su chi (non) deve fare i lavori di messa in sicurezza c’è un allarme lanciato dal direttore dell’Ufficio beni ecclesiastici caduto nel vuoto: “anche la cupola della chiesa potrebbe essere in pericolo di crollo, atteso il collassamento di uno dei pilastrini della lanterna che la sormonta”.

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