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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Marcianise

La festa del Crocifisso si tinge di giallo: il prete ha anche allertato i carabinieri

Lo ha svelato il sindaco che lancia un’altra dura accusa nei confronti di don Paolo

La festa del Crocifisso 2018 ha rischiato seriamente di iniziare senza l’esposizione della statua sull’altare maggiore. Un rischio che è stato evitato solo con una mediazione tra il parroco don Paolo Dello Stritto e la Soprintendenza che aveva chiesto il restauro della statua prima di poterla spostare. Ma comunque la festa si tinge di giallo: perché nel momento in cui si stava lavorando ad un minimo restauro della statua per poterla spostare sull’altare maggiore, il parroco ha allertato i carabinieri di Marcianise perché temeva manifestazioni dei fedeli. A svelare questo particolare è stato il sindaco Antonello Velardi che ha ripercorso anche tutti i problemi che ci sono stati per lo spostamento. “La sovrintendenza dei Beni Culturali già due anni fa e l'anno scorso criticò fortemente lo stato in cui si trovava la statua del nostro Crocifisso, chiedendo un immediato restauro - ha scritto il sindaco su Facebook-. L'anno scorso fu addirittura perentoria con l'allora comitato: "La statua si sta sgretolando, se per l'anno prossimo non viene restaurata non daremo l'autorizzazione a toccarla e quindi a spostarla dalla cappella laterale per trasferirla sull'altare maggiore in occasione della festa". Di fronte a questo grave aut aut mi preoccupai personalmente di cercare i finanziamenti per il restauro, visto che il prete se ne disinteressava. Me ne occupai come cittadino di Marcianise, come primo cittadino. Il Tarì, tramite il presidente Vincenzo Giannotti, non su mia richiesta ma in modo assolutamente autonomo, si disse disponibile a restaurare la statua come doveroso omaggio alla città. Al consigliere comunale che andò a comunicare la lieta notizia, il parroco don Paolo Dello Stritto rispose testualmente: "Il Tarì ci desse i soldi, poi ci preoccupiamo noi di fare il restauro". Capirete bene che, di fronte ad una risposta del genere, tutto si fermò”.

Ed aggiunge: “Un anno dopo, ad agosto, il problema si è riproposto. La sovrintendenza, sulla scorta di diverse relazioni tecniche, ha detto no al trasferimento e all'esposizione della statua per evitare ogni ulteriore danneggiamento. Ma non si è arroccata, assumendo una posizione molto intelligente: il no era condizionato, i funzionari avrebbero detto sì al trasferimento ma soltanto dopo un primo immediato restauro in attesa di un lavoro più dettagliato da farsi successivamente. Per consentire comunque l'esposizione. E così è stato. Il Crocifisso è stato restaurato nei punti più esposti (mani e piedi), alla presenza dei tecnici della sovrintendenza, ed è stato poi trasferito sull'altare maggiore in attesa del restauro definitivo post-festa. Praticamente il Crocifisso è stato messo in sicurezza solo grazie all'intervento della sovrintendenza. La posizione del prete, riottoso, stava impedendo l'esposizione nel corso della festa e stava causando danni seri alla statua. Meno male che è intervenuta la sovrintendenza e meno male che ha avuto un atteggiamento morbido: altrimenti avremmo ottenuto un risultato storico all'incontrario (e cioè la prima festa senza l'esposizione del Crocifisso, oltretutto per colpa di un prete non di Marcianise)”.

E qui arriva la stoccata al sacerdote: “Sul fatto che don Paolo Dello Stritto non sia di Marcianise ma di Sant'Andrea del Pizzone non ho nulla da dire, ci mancherebbe. Ogni prete deve poter fare il prete dove vuole e dove lo mandano, se non fosse così ci sarebbe una sorta di razzismo in tonaca e questo è inaccettabile. Per me è anche inconcepibile. Ma un prete deve sforzarsi di capire dove è capitato. A me ha colpito un particolare: quando la sovrintendenza ha dato il suo ok alla discesa della statua per poter effettuare il restauro obbligatorio e propedeutico all'esposizione, il prete si è preoccupato di chiamare i carabinieri. Si è rivolto alla stazione di Marcianise con questo ragionamento: ho paura che possano esserci manifestazioni, che quelli che mi sono contro possano protestare e quindi vi chiedo di intervenire. I carabinieri? Sì, i carabinieri. Beh, questa cosa mi ha colpito profondamente. E' la dimostrazione che il prete non ha capito nulla né dei marcianisani, né del Crocifisso. Non ci sarebbe stata mai alcuna protesta per un tema come questo, e infatti non c'è stata. Ma non ci sarebbe stata a prescindere perché i marcianisani sono persone serie. Non veniamo dalle montagne, senza offesa per i montanari”.

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