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Coronavirus, sindaci e vescovo insieme: "Riapriamo l'ospedale di Roccaromana"

Il primo cittadino Pelosi: "In pochi giorni potremmo riattivare il nosocomio dismesso, è facilmente raggiungibile e potrebbe essere d'aiuto per tutta la Regione"

Il sindaco di Roccaromana, Nicola Pelosi, insieme ai primi cittadini dell'area tra i quali Pasquale Di Fruscio di Pietramelara, e al vescovo della Diocesi Teano-Calvi, Giacomo Cirulli, hanno chiesto a tutte le istituzioni, dal Presidente della Repubblica al Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, di riattivare l'ospedale di Roccaromana. La richiesta è partita dal primo cittadino del territorio su cui insiste il nosocomio ed è stata subito sottoscritta dai colleghi dei Comuni vicini per la riapertura di un "ex ospedale di proprietà dell'Asl ampliato negli anni 90. Tale struttura in passato è stata il fiore all'occhiello della sanità locale. Attualmente la struttura è inattiva, vittima del ridimensionamento del sistema sanitario ma potrebbe essere adeguata in tempi rapidi. In Veneto gli Alpini hanno ripristinato un ospedale dismesso in una settimana. Qui abbiamo anche il reparto Genio dell'Esercito, a Formicola, che potrebbe essere d'aiuto. La struttura sorge in aperta campagna ed è raggiungibile dalla Telesina senza attraversare centri abitati e potrebbe sopperire alla carenza di posti letto negli ospedali della Regione, sgravando così dal carico attualmente sopportato e potenzialmente sempre in aumento". 

Sulla stessa falsariga anche Di Fruscio di Pietramelara che sottolinea come ci sia "un’intesa forte nell’interesse dell’alto Casertano per provare a fare ripartire un ospedale che riguarda più specificamente il nostro ambito cercando di rimediare a qualche valutazione sbagliata commessa in passato. La proposta trova i giusti presupposti in questo grave momento di crisi sanitaria, data anche la posizione dell’ospedale che, è raggiungibile dalla S.S. Telesina senza attraversare centri abitati, ed è in posizione baricentrica nell’alto Casertano nonché rispetto ai territori del basso Lazio e Molise. Per tali motivi, detta struttura potrebbe sopperire alla carenza di posti letto negli ospedali di questa Regione e anche alle Regioni confinanti, sgravando cosi altri nosocomi dal carico attualmente sopportato e potenzialmente in aumento".

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