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Le chiese non riaprono, sacerdoti "contro" i fedeli dopo le critiche

Durissima lettera dei parroci di Alvignano: "Rischio contagio ancora alto. Procediamo con prudenza e responsabilità"

Nonostante l'autorizzazione del vescovo Orazio Francesco Piazza alla ripresa delle celebrazioni liturgiche, le messe non sono ripartite in tutte le comunità dell'Alto Casertano. Ad Alvignano, ad esempio, i parroci in via precauzionale hanno deciso di non riaprire le porte delle chiese ai fedeli. Una scelta che ha suscitato non poche critiche nella piccola comunità con i sacerdoti che hanno sottolineato le loro ragioni per la mancata ripresa.

"La pandemia non è terminata - si legge in un documento delle Comunità Parrocchiali Alvignanesi - Il rischio di contagi è ancora altamente probabile". Di qui la scelta, dettata da "responsabilità e prudenza", per "tutelare la vostra (dei fedeli nda) salute. Eventuali vostre critiche - che non colgono il senso della nostra prudenza e mettono in discussione le nostre buone intenzioni - lasciano il tempo che trovano e sono del tutto irrispettose". 

I parroci hanno sottolineato come il provvedimento del vescovo Piazza lasciasse la libertà ai singoli sacerdoti di "decidere tempi e modi di riapertura valutandone nel caso specifico l'opportunità". Quindi "anche in accordo con le autorità civili locali, considerati i recentissimi contagi avuti nei paesi vicini (Letino, per fare un esempio), in accordo con il sindaco di Alvignano, si è ritenuto opportuno per salvaguardare la vostra salute, non riaprire subito ma aspettare ancora qualche settimana". 

I parroci hanno sottolineato di stare "procedendo nel massimo rispetto delle norme" e non "a casaccio e spinti dal facile entusiasmo", consapevoli che tale scelta "avrebbe attirato le critiche feroci da parte del fervente popolo alvignanese". Quindi l'invito a "mettere da parte i malumori e lasciarvi guidare con docilità da chi il Signore vi ha posto innanzi come vostre guide. Mortifica il cuore notare - concludono - che noi abbiamo come unico interesse quello di tutelare voi mentre in cambio riceviamo sempre la critica, quasi sempre fatta senza sapere come stanno realmente le cose. Vermaente commossi davanti alla vostra fervente religiosità, saremo edificati nel notare la stragrande affluenza che prevediamo ci sarà alle messe quando riapriremo". 

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