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Parrucchieri e centri estetici chiusi un altro mese: "Nostre imprese sono in pericolo"

L'allarme della titolare di due centri estetici Maria Nazaria: "Rischio abusivi mentre noi saremo costretti a chiudere definitivamente"

Il nuovo decreto, annunciato dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di domenica sera, riguardo il piano economico e dunque la riapertura delle attività commerciali ha lasciato un po' tutti con l'amaro in bocca. L'ipotesi di una riaperura al pubblico per parrucchieri e centri estetici rimandata addirittura al primo giugno, ha letteralmente infuocato gli animi di chi si aspettava un ritorno alla 'normalità' già dal mese di maggio. 

"Le nostre imprese sono in pericolo e noi questo non lo permetteremo". E' questo il grido d'allarme lanciato da Maria Nazaria, titolare di un centro estetico situato a San Prisco da oltre 15 anni e di un secondo centro estetico situato nella città di Caserta. "Se i centri estetici e i parrucchieri resteranno chiusi fino a giugno, si fomenterà un lavoro nero ingestibile - aggiunge l'imprenditrice casertana - Chi esercita abusivamente la propria professione ha meno controlli, zero tasse e il virus si espanderà ancora di più. Da qui a giugno tantissimi centri estetici e parrucchieri chiuderanno definitivamente e non riapriranno più, in quanto andranno avanti a lavorare abusivamente".

"Non capisco perché tutti aprono il 18 maggio e noi no - sottolinea l'estetista Maria Nazaria, nota anche per aver lavorato in Rai e aver truccato artisti dal calibro di Renzo Arbore, Ermal Meta e Ross di 'Made in Sud' - Con tutte le dovute precauzioni anti contagio, anche i centri estetici e i parrucchieri potrebbero riaprire come le altre imprese. Oltretutto va considerato che le imprese del settore di estetica e di acconciatura sono estremamente attente alla pulizia e all’igienizzazione dei centri, con protocolli già in essere". 

"Siamo pronti a farci sentire e ad invadere le piazze di tutta Italia - continua Maria Nazaria - Preferiamo 'morire' piuttosto che essere schiacciati da decisioni prese da persone che non conoscono affatto le nostre realtà d’impresa. Siamo tutti umanamente stufi delle restrizioni assurde imposte dal Governo. Se dobbiamo metterci sul piede di guerra che guerra sia. Le istituzioni o ci aiutano o daremo il via alle rivolte. Siamo pronti a manifestare con i nostri collaboratori e clienti - conclude - fuori il palazzo della Regione Campania e all'esterno di palazzo Chigi".

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