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Comuni commissariati per camorra: è record nel casertano

Lo studio di OpenPolis certifica le ingerenze dei clan nella politica

Appena 24 ore fa CasertaNews ha raccontato ciò che Nicola Schiavone, capoclan dei Casalesi e figlio di Francesco Schiavone Sandokan, ha svelato ai magistrati relativamente alla “scelta” dei candidati sindaci nelle elezioni amministrative. Ed oggi l’ingerenza dei clan camorristici nella politica viene ‘certificata’ dai numeri dello studio di ‘OpenPolis’ relativamente al record detenuto dalla provincia di Caserta per i comuni commissariati.

Dall’analisi emerge che dal 1991 ad oggi 59 comuni sono stati sciolti per mafia più di una volta: 24 di essi si trovano in Campania, 24 in Calabria e 11 in Sicilia. Tra questi, abbiamo 16 casi in cui i commissariamenti per ingerenza della criminalità organizzata sono stati 3: 6 si trovano in provincia di Reggio Calabria, 4 di Caserta (Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna e Grazzanise), 2 di Napoli, 2 di Vibo Valentia, 1 in provincia di Catanzaro e 1 di Palermo.

Ovviamente anche qui le differenze tra i 16 comuni in questione sono molte, tra provvedimenti che sono stati successivamente annullati e proroghe che ne hanno esteso la durata. Tre comuni però meritano particolare attenzione. Il comune di Casapesenna è stato commissariato per mafia per la prima volta nel 1991. Il secondo commissariamento del 1996, ha subito due diverse proroghe: la prima ha prolungato il mandato dei commissari da 12 a 18 mesi, il secondo ha esteso il provvedimento al limite massimo dei 24 mesi. Infine il commissariamento del 2012, ha subito una proroga di 6 mesi nell’agosto dell’anno successivo.  Dal 2001 al 2017 una media di 170 comuni sono stati commissariati ogni anno, circa il 2% dei quasi 8.000 comuni italiani.

Una costante che inevitabilmente segue gli avvenimenti politici nazionali, e una breve storia recente del paese ne è una conferma. Con l’arrivo del governo tecnico guidato da Mario Monti i commissariamenti sono aumentati del 26%, passando dai 169 del 2011 ai 213 del 2013. Un numero che da molti è stato spiegato anche con la presenza di Annamaria Cancellieri alla guida del Viminale, un ex prefetto e quindi più vicino alle istanze delle prefetture. I numeri poi con l’inizio della XVII sono iniziati a scendere: nel 2014 (primo anno pieno della legislatura) è stato registrato il dato più basso di comuni commissariati tra gli anni presi in esame. Nei successivi tre anni (2015, 2016, 2017) i numeri sono cresciuti, ma rimasti comunque ampiamente sotto la media degli anni precedenti.

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