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Sabato, 27 Aprile 2024
Attualità Sant'Arpino

Il Comune "costretto" a pagare 253mila euro al Consorzio di Bonifica

Il tribunale si dichiara incompetente ed arriva il precetto in municipio. Il sindaco: "Assurdo giuridico"

“Siamo di fronte ad un assurdo giuridico totale”: con queste parole il sindaco di Sant’Arpino Giuseppe Dell’Aversana commenta la decisione del tribunale ordinario che si è dichiarato incompetente circa il ricorso presentato dall'Ente contro il Consorzio di Bonifica del bacino inferiore del Volturno.

I legali del Consorzio infatti hanno sostenuto il difetto di giurisdizione e secondo il giudice, infatti, trattandosi di tributi “è competente la commissione tributaria”. Solo che “il Consorzio ha chiesto cifre spropositate anche ad altri comuni della provincia i quali si sono anche loro opposti e si sono costituiti davanti alla commissione tributaria provinciale che anche essa però si è dichiarata incompetente rinviando al giudice ordinario”. E per l’appunto “un assurdo giuridico totale”.

Nei mesi scorsi a numerosi comuni sono giunte le ‘cartelle esattoriali’ del Consorzio di Bonifica del bacino inferiore del Volturno e tra questi Enti anche quello di Sant’Arpino. Il Comune guidato dal sindaco Giuseppe Dell’Aversana dovrebbe pagare 253mila euro quale contributo consortile di scarico delle acque meteoriche nei canali di tale consorzio dal 2008 al 2016. 

“Di fronte a questa richiesta la nostra amministrazione si è opposta – afferma il sindaco Dell’Aversana - e ci siamo costituiti davanti al tribunale ordinario di Santa Maria Capua Vetere perché riteniamo che il nostro comune non ha ricevuto alcun beneficio da questo fantomatico consorzio istituito con regio decreto del 1933 e delle cui mirabolanti bonifiche non ne vediamo ombra a Sant’Arpino. Queste acque meteoriche che Dio ci manda dal cielo non possono essere bonificate a “peso d’oro da codesto Consorzio che non brilla certo per efficienza e mai con noi ha stipulato convenzione ad hoc nel merito né tantomeno ha concordato tariffe che sono state decise in maniera unilaterale”.

Per il sindaco di Sant’Arpino si è quindi di fronte ad un “balzello anacronistico a fronte di servizi inesistenti o di pessima qualità fornite a tanti comuni da un Consorzio disciplinato da norme dalla Regione Campania alla quale i cittadini già versano cospicue cifre attraverso il servizio idrico per la depurazione acque reflue. Versare altre 250mila euro dalle nostre casse è impossibile considerato pure che con la regione Campania già abbiamo debiti milionari con la efficiente azienda Acqua Campania s.p.a. gestore del servizio acquedotto per conto della nostra regione ed angoscia di tantissimi sindaci. Amministrare in codeste condizioni un comune è impossibile. Non abbiamo inoltre compreso in base a quali calcoli venga poi decisa da questo Consorzio una somma del genere che è proibitiva per un comune in pre-dissesto che nessuna bonifica vede in giro”. 

Dopo la sentenza nei giorni scorsi è arrivato al Protocollo anche l’atto di precetto del Consorzio di Bonifica il quale “ci intima di pagare 253mila euro oltre interessi. E’ il solito scaricabarile all’italiana con conflitti di competenze e cavilli burocratici a spese della collettività. Rispetto a questa tragicomica situazione però stiamo valutando con tutti i sindaci interessati un’azione comune coordinata sia politica che giuridica che tenga conto della necessità di non infierire sui cittadini e sui comuni già tartassati da una marea di balzelli”.

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