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Chiusura Nco, solidarietà di Avviso Pubblico e Parsifal

Il ristorante nato in un bene confiscato alla camorra rischia la serrata. Appello a Mattarella

Avviso Pubblico ed il Consorzio Parsifal al fianco di Nco, il ristorante gestito dalla Cooperativa Agropoli sorto in un bene confiscato alla criminalità organizzata che ha annunciato la chiusura a partire dal prossimo 7 gennaio. 

"L’annuncio dell’imminente chiusura della Nuova Cucina Organizzata ci preoccupa molto e ci pone davanti ad alcune riflessioni – ha dichiarato il Sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, Vicepresidente di Avviso Pubblico – C’è infatti un problema di fondo che riguarda la finanza locale, le difficoltà finanziarie che hanno gli enti locali nel Sud Italia. Il Comune di Casal di Principe per esempio fino ad oggi è sempre riuscito a pagare il Fondo Unico d’Ambito per la gestione unitaria del sistema locale dei Servizi sociali e socio sanitari (Fondo attraverso il quale vengono finanziati, al 50% insieme alla Asl, i progetti socio-sanitari selezionati tra cui per esempio quello della NCO) ma fino a quando potremo ancora farlo? I comuni infatti si ritrovano spesso in difficoltà economica per diversi motivi, non solo per un problema derivante da una cattiva amministrazione. C’è quindi un problema complessivo di cui questo è uno dei sintomi e dove ad essere penalizzati alla fine sono i servizi sociali e i beni confiscati – ha concluso Natale – Per risolvere questo problema è necessario un raccordo molto più ampio, bisogna fare un tavolo di concertazione con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, dai rappresentanti delle Asl, dei comuni, della Regione, del Governo e delle associazioni, perché anche attraverso questo passa la lotta alla criminalità organizzata".

"Agropoli è un esempio nazionale di valorizzazione dei beni confiscati alle mafie - dicono dal Consorzio Parsifal - Nella villa-bunker confiscata a Mario Caterino ha realizzato un′attività economica (il ristorante), un′occasione unica di inserimento lavorativo (perché vi impiega persone socialmente fragili che non hanno la possibilità d′un altro recupero), un luogo di istruzione (il centro di avviamento professionale intitolato a don Lorenzo Milani), un servizio di cura (grazie ai piani terapeutici personalizzati assicurati dai budget di salute). Ma soprattutto ne ha fatto un avamposto e un baluardo di legalità, una pietra d′angolo su cui fondare per un intero territorio la speranza di riscatto, un luogo di pensiero e di riappropriazione anche semantica di una tradizione di convivenza che rischia di andare perduta anche a causa del distorto uso delle parole. La cooperativa ha sfidato l′omertà e la paura, non solo rintroducendo nel vocabolario i significati originari delle parole rubate dalla camorra ma cambiando il significato anche a quelle nate dentro la criminalità organizzata. Nco, acronimo della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, lo è diventato prima di Nuova cucina organizzata, cioè del ristorante, e poi di Nuova cooperazione organizzata, il consorzio che riunisce in un unico organismo altre sei cooperative casertane che hanno reso produttivi i beni confiscati a Sessa Aurunca, a Teano, ad Aversa, valorizzando le risorse naturali, culturali e sociali di una comunità che è stata impoverita dalla sopraffazione delle economie criminali. Sono i soci di queste cooperative ad aver ideato il Pacco alla camorra, che raccoglie i prodotti agricoli delle cooperative di inserimento lavorativo e che viene venduto in più di 7.000 esemplari ogni anno nel periodo natalizio. Ora, dove non hanno potuto le minacce, le intimidazioni, i furti, i boicottaggi, gli incendi e i colpi di pistola, può la burocrazia. Nco, il ristorante, chiuderà per crediti. La cooperativa sociale Agropoli assiste da due anni ad un paradossale scaricabarile tra comuni, Asl e Regione Campania, col risultato che da due anni non viene pagata. Nella speranza che il Presidente della Repubblica risponda all'appello lanciato da Nco, noi del Consorzio Parsifal esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i soci della cooperativa. Ancora una volta la cooperazione sana, e con essa un sistema che andrebbe esportato in tutta Italia e in Europa come quello dei budget di salute, è messa in pericolo nella sua stessa possibilità di sopravvivenza, non soltanto per colpa di inefficienza ed inettitudine amministrativa, ma grazie ad un sottile disegno volto a smantellare un sistema di riabilitazione degli individui e delle comunità che sta funzionando. E che perciò dà fastidio e non piace a chi vuole che le cose restino così come sono". 

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