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Vertice con gli ambulanti, soluzione 'ponte' per riaprire il mercato: "Confermata l'agitazione"

Il Comune valuta la realizzazione di interventi che possano garantire standard minimi. Casale: "Obiettivo è garantire lavoro per gli operatori"

Interventi mirati per garantire l'apertura seguendo, comunque, le prescrizioni di Asl e Nas. E' questa l'intenzione del Comune di Caserta per superare l'impasse della chiusura della porzione del mercato di via Ruta che ospita i 34 stalli del settore alimentare (circa 25 operatori). 

Nella tarda mattinata, a Palazzo Castropignano, il vertice con una delegazione di ambulanti a cui hanno preso parte Emiliano Casale, vicesindaco e delegato alle Attività Produttive, il dirigente Vitelli e le rappresentanze delle sigle sindacali (Sebastiano Bernardo per Anva Confesercenti e Giuseppe Magliocca per Confimpresa). L'incontro si è risolto in una fumata 'grigia'. Il Comune, infatti, valuterà una soluzione ponte, con i fondi già a disposizione (circa 50mila euro), in modo da garantire gli standard minimi previsti da Asl e Nas per la riapertura. Si procederebbe in urgenza con la ditta che già sta svolgendo i lavori nell'area. Poi si procederà con interventi più radicali, dalla pavimentazione agli allacci, idrici ed elettrici, per i quali servirebbe una somma che si aggira sui 200mila euro. 

L'obiettivo è quello di riaprire quanto prima la porzione interdetta dopo il blitz di Nas ed Asl. "Vogliamo garantire la riapertura del mercato - dichiara l'assessore Emiliano Casale a margine dell'incontro - Adotteremo tutte le soluzioni possibili affinché gli operatori possano tornare a lavorare nell'area quanto prima. Abbiamo già dato mandato agli uffici tecnici per adottare soluzioni che possano garantire la riapertura dell'area". Una soluzione che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, anche se appare difficile che mercoledì gli operatori possano lavorare. 

All'esito dell'incontro, comunque, i sindacati confermano lo stato di agitazione. "Il Comune incassa da noi operatori circa 500mila euro oltre ai 100mila euro degli spuntisti - tuona Bernardo - Chiediamo che una parte di quei proventi sia destinata alla manutenzione e al controllo dell'area dove da tempo segnaliamo numerose criticità, dai bagni alle inferriate rubate. Ci sono 25 famiglie che adesso non possono lavorare ma le ripercussioni sono per tutti, anche per il settore non alimentare. Per questo restiamo in agitazione", conclude. 

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