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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La 'nuova maggioranza' chiede le dimissioni del presidente riabilitato dal Tar

I consiglieri: "Non ha i numeri, perché non lascia?". Giallo sulle delibere degli ultimi 4 mesi

Gli undici consiglieri dell'Ordine degli Architetti della provincia di Caserta non hanno intenzione di mollare la presa dopo che il Tar Campania ha riabilitato Rossella Bicco, riportandola alla guida del Consiglio dopo il blitz dello scorso mese di marzo.

Dopo aver richiesto la convocazione per una seduta per il prossimo 7 agosto con all'ordine del giorno la ratifica delle delibere approvate negli ultimi quattro mesi di gestione Cecoro (il rischio è che possano essere considerate nulle dopo la sentenza del Tar Campania sul cambio di presidente), Raffaele Cecere, Raffaele Cecoro, Mario Diana, Domenico Di Carluccio, Carmine Grassia, Pasquale Iaselli, Antonietta Manco, Valeria Mileva, Giancarlo Pignataro e Maria Cristina Volpe sottolineano che l'ipotesi di danno erariale, sollevata dalla Bicco, "in assenza di provvedimenti cautelari che ne sospendano l'efficacia, sono, fino alla sentenza del Tar, validi e produttivi di effetto e pertanto il consiglio ha operato nella pienezza dei suoi poteri. A questo punto non resta che attendere le determinazioni dell’architetto Bicco in merito all'opportunità di confermare l’efficacia e validità di provvedimenti adottati nell'interesse dell'ente e degli iscritti, in un momento caratterizzato da una precedente totale inerzia del Consiglio che, si ricorda, è stato di fatto paralizzato dall'atteggiamento ostruzionistico e irresponsabile dell'arch. Bicco. Non prenderne atto ha un duplice significato, irresponsabilità dell’attuale presidente e, visti i poteri che ha in merito alla determinazione degli ordini del giorno, ingabbiare il consiglio ingessando nuovamente la macchina amministrativa così come era successo fino al 18 marzo 2019. Il tutto si traduce nell'inerzia dell'organo collegiale e nell'inefficienza degli uffici con gravissimo danno alla categoria e ai singoli iscritti, confusi dalla campagna terroristica in atto. oltre a lasciare libero il campo ai manipolatori occulti, vecchi baroni che osservano dalla finestra sfregandosi le mani".

Ed aggiungono: "Noi proseguiremo la nostra azione in consiglio, nell'interesse della categoria che ci onoriamo di rappresentare e terremo informati tutti gli iscritti di ogni sviluppo in merito, tutto questo perché la sentenza è legata solo ad una questione formale (errore nella procedura di sfiducia) e non sostanziale. In realtà il TAR non ha stabilito che 11 Consiglieri non possono sfiduciare il Presidente e che l’arch. Bicco è l’unica possibile titolata, ma ha detto che la strada intrapresa non è quella giusta, “abbiamo percorso il senso inverso”. In altre situazioni similari i presidenti sfiduciati a prescindere dai cavilli burocratici si sono messi da parte ed hanno operato come consiglieri, rimanendo all’interno del Consiglio da minoranza. La nostra domanda, alla fine, è la seguente: “perché l’arch. Bicco non si rassegna ad abbandonare la poltrona? Ci sono dinamiche che noi tutti non conosciamo? Ci sono interessi particolari dietro tutto ciò?".

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