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Presidente revocato dal Tar, 11 consiglieri firmano nuova richiesta di sfiducia

"Abbiamo agito per evitare il commissariamento. La Bicco voleva solo nuove elezioni"

Undici consiglieri dell'Ordine degli Architetti di Caserta sono pronti nuovamente a sfiduciare Rossella Bicco dalla carica di presidente. Lo annuncia un documento firmato da Raffaele Cecoro, Raffaele Cecere, Domenico Di Carluccio, Mario Diana, Carmine Grassia, Pasquale Iaselli, Antonietta Manco, Anna Emanuela Merola, Valeria Mileva, Giancarlo Pignataro, Maria Cristina Volpe, che rappresentano l'attuale maggioranza che, nel marzo scorso, aveva realizzato il blitz in Consiglio che aveva sfiduciato la Bicco ed indicato Cecoro quale nuovo presidente.

Un'azione bocciata dal Tar Campania che ha riabilitato l'ex presidente ma che non sembra aver fatto cambiare la volontà degli 11. "Le motivazioni della sentenza del TAR - si legge - attengono esclusivamente al mancato inserimento nell’ordine del giorno allegato alla convocazione dell’argomento della revoca della carica. E lo stesso TAR, che di norma applica il pagamento delle spese processuali alla parte soccombente, ha testualmente affermato che "la prolungata conflittualità nel Consiglio e l’obiettiva difficoltà di pervenire ad una risoluzione delle problematiche che hanno condotto all’illegittima rimozione del Presidente costituiscono giuste ragioni per disporre l’integrale compensazione fra le parti delle spese del presente giudizio", di fatto constatando la bontà dei tentativi per il legittimo esercizio della democrazia. Erano diversi mesi che la schiacciante maggioranza di 11 Consiglieri su 15 chiedeva formalmente all’architetto Bicco l’inserimento all’Ordine del Giorno dell’argomento di revoca della carica, e puntualmente, questo sì illegalmente, tale richiesta veniva negata o ignorata. I Consiglieri sono stati pertanto costretti a scommettere sulla corretta interpretazione della norma, e a inserire durante la seduta di Consiglio l’argomento della revoca che ovviamente non era stato inserito dall’architetto Bicco. Anche se previsto nel Regolamento interno, dichiarato legittimo e non annullato, il TAR ha ritenuto che gli argomenti da poter inserire durante la seduta di Consiglio devono essere solo accessori e di secondaria importanza".

Ed aggiungono: "I consiglieri hanno agito nella consapevolezza del limite interpretativo poiché era l’unico modo per stringere i tempi: l’architetto Bicco era in procinto di portare l’Ordine alla rovina, di fatto chiedendo qualche giorno prima del Consiglio, e formalmente al Ministero, il commissariamento per vicende inventate come la bomba alla sede dell’Ordine o per situazioni finanziarie drammatiche che lei stessa aveva creato con il suo lassismo. I tempi del TAR non avrebbero infatti permesso il ristabilirsi di condizioni di normalità – tanto è vero che la sentenza è stata depositata quasi tre mesi dopo la data di emissione – e i Consiglieri hanno agito per scongiurare il commissariamento e nuove elezioni, reale obiettivo dell’architetto Bicco che senza più consiglieri al seguito impediva il formarsi di una nuova governance e seguiva la norma “cada Sansone con tutti i Filistei”. Rispettosi della sentenza del TAR, la maggioranza di 11 Consiglieri su 15, che negli ultimi quattro mesi ha ripristinato condizioni di regolare funzionamento dell’Ordine, ha già da martedì ripreso il cammino per la richiesta di revoca, indirizzandone richiesta formale. Nell’interesse dei tremila iscritti rappresentati, argineranno le azioni demolitorie verso il regolare funzionamento dell’Ordine, ristabiliranno la legalità e lasceranno, a chi di legale conosce solo l’ora, la soddisfazione della propria vittoria di Pirro"

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