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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Aversa

Chiesa del Carmine sotto sequestro, i lavori sospesi per "rischio crolli"

La proprietà del bene è in capo al Demanio che lo ha affidato al Ministero della Giustizia

Dopo il sequestro e la doppia ordinanza di messa in sicurezza la vicenda che riguarda il complesso del Carmine assume una certezza: la proprietà del bene è del Demanio. La vicenda che vede coinvolti Diocesi, Comune di Aversa, Demanio, Ministero delle Finanze, Ministero della Giustizia e Provveditorato delle opere pubbliche (con la Procura di Napoli Nord che osserva, almeno per ora) è il classico scaricabarile tra istituzioni. 

Partiamo dall’inizio. Lo scorso 6 febbraio il complesso del Carmine è stato sequestrato. Pochi giorni dopo il Comune di Aversa, attraverso il sub commissario Riccardelli, ha emesso un’ordinanza di messa in sicurezza. Ordinanza ‘rimandata al mittente’ dalla Curia dopo che ha dichiarato di non essere proprietaria del bene.  Da qui una nuova ordinanza (senza cassare la precedente, però) questa volta diretta al Demanio. Intanto ha preso posizione la Soprintendenza che si è scagliata contro il Demanio: “considerato che dal sopralluogo congiunto è emerso che l'immobile monumentale in oggetto versa in uno stato di degrado complessivo, con un quadro fessurativo capillare, dovuto al persistere stato di abbandono ed alla mancanza di opere di manutenzione”. Alla luce della previsione normativa secondo cui “Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l'obbligo di garantire la sicurezza e conservazione dei beni culturali di loro appartenenza", la Soprintendenza, nel ricordare gli obblighi conservativi, ordina al Demanio di effettuare i lavori di messa in sicurezza e un intervento manutentivo immediato, per impedire l'aggravarsi dei danni”. 

La Diocesi, a cui è affidata ‘in uso perpetuo’ la chiesa del Carmine ha consegnato il bene nel 2014 quando il Provveditorato affidò i lavori ad una ditta di Sant’Antimo per il restauro del sottotetto di parte della copertura della chiesa. Qualche mese dopo i lavori furono sospesi perché la ditta, a seguito di sondaggi, accertò “un evidente avanzato stato di degrado tanto da comportare grave pericolo per le maestranze e rischio di crolli”. Sospesi i lavori e sciolto il contratto con sentenza del Tribunale di Napoli, nel 2022, tutto si è fermato. Adesso il complesso, formato dall’ex convento e dalla Chiesa, è ancora sotto sequestro e rischia il crollo se il proprietario (il Demanio) o, in mancanza, il Comune di Aversa non interviene per la messa in sicurezza. 

L’ex convento è stato trasferito dal Ministero delle Finanze a quello della Giustizia per metterlo al servizio del vicino tribunale di Napoli Nord. Per queste considerazioni la Soprintendenza di Caserta ha scritto al Demanio per ingiungere l’immediata effettuazione di lavori di conservazione e la redazione di un progetto di recupero complessivo.

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