rotate-mobile
Attualità Aversa

Carmine a rischio crollo, l'azione della Procura nel rimpallo tra enti per i lavori

Il pasticcio burocratico sulla titolarità dell'ex convento mentre gli inquirenti accendono i riflettori sugli interventi del 2012

Un “fraintendimento burocratico” tra Comune, Diocesi e Demanio che rischia di finire a carte bollate ed incidenti ‘diplomatici’ mentre slittano ancora i lavori di messa in sicurezza del Complesso del Carmine. Le domande attorno a cui ruotano tutta la vicenda sembrano facili, ma così non è. O almeno, per il momento, ancora non ci sono risposte chiare se non un rimpallo di carte, ordinanze e responsabilità. Di chi è il complesso del Carmine? Chi deve fare i lavori? 

Nella giornata di ieri il sub commissario Eugenio Riccardelli con propria ordinanza ha intimato al legale rappresentante del Ministero della Giustizia – Dipartimento Organizzazione Giudiziaria e del Personale e dei Servizi, di eseguire “ad horas” – e comunque non oltre 15 giorni i lavori necessari all’eliminazione di ogni pericolo per la pubblica e privata incolumità l'edificio dell’ex convento in Aversa alla Via Abenavolo n. 43. Intanto lo scorso 8 febbraio sempre il sub commissario ha ordinato al legale rappresentante della Diocesi di Aversa, di eseguire “ad horas” - e comunque non oltre 15 giorni i lavori necessari all’eliminazione di ogni pericolo per la pubblica e privata incolumità presso l’edificio in Aversa alla Via Abenavolo, n°43.

In pratica, quindi, il Ministero della Giustizia – Dipartimento Organizzazione Giudiziaria e del Personale e dei Servizi deve mettere in sicurezza l'edificio dell’ex convento in Aversa alla Via Abenavolo n. 43 mentre la diocesi l’edificio in Aversa alla Via Abenavolo, n°43. Entrambi, quindi, dovrebbero mettere in sicurezza l’ex Carmine. Il condizionale è d’obbligo dato che, al momento, pare che nessuno voglia assumersi l’onere della messa in sicurezza del complesso chiuso dal terremoto del 1980.  Ad inizio febbraio il complesso seicentesco sito in via Abenavolo, a poche centinaia di metri dal Tribunale di Napoli Nord, è stato oggetto di un'azione della Procura normanna che ha disposto il sequestro per pericolo di crolli. Su delega della Procura, sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco, i tecnici della Sovrintendenza e gli agenti della polizia municipale. 

Nel corso del sequestro "si è accertato che la facciata principale in muratura di tufo presenta un quadro fessurativo importante con vistose lesioni passanti. All’interno del manufatto erano presenti materiali edili ed attrezzature di lavoro e l’edifico sacro versa in uno stato di degrado e fatiscenza generalizzata, si evidenziano lavori di consolidamento strutturali pregressi, all’abside e all’arco trionfale, come appreso successivi al sisma del 1980; visibile una lesione in chiave della volta centrale e vistosi segni di infiltrazioni d’acqua meteorica". 

Da qui, poi, il ‘fraintendimento burocratico’. Il Comune ha notificato alla Diocesi l’ordinanza per la messa in sicurezza. Ordinanza che è stata ‘rispedita al mittente’ dopo aver ribadito come “all’attualità la Chiesa di S. Maria del Carmine e l’area attigua sono in proprietà Demanio dello Stato (ramo Finanze). La Diocesi di Aversa ha avuto in uso tali immobili sino a circa l’anno 2013, quando essi vennero consegnati al Provveditorato alle Opere Pubbliche per l’effettuazione di lavori di restauro (G.U. 2/7/2012 n. 152), ad oggi incompleti e sospesi. Il comprensorio monumentale non è mai stato più restituito in uso a questa Diocesi da quel momento”.

Per il direttore dell’ufficio beni ecclesiastici "nonostante la proprietà dell’edificio è del Demanio dello Stato (ramo Finanze) – a cui compete pertanto ogni opera di manutenzione, anche straordinaria come necessaria nel caso di specie – nonché nonostante lo stesso edificio è nella disponibilità del Provveditorato alle Opere Pubbliche, il Comune di Aversa ha inspiegabilmente notificato l’Ordinanza commissariale n. 10/2024 del 08/02/2024 a questa Diocesi, che si ribadisce non gode più dell’uso degli immobili in argomento sin da circa il 2013, né ne ha la proprietà, né su di essi vanta alcun altro diritto reale”. In seguito alla prima ordinanza, il commissario straordinario Gerardina Basilicata ha provato a ricomporre, ma senza successo, i pezzi del puzzle. Ad un incontro in Comune sono stati invitati i rappresentanti del Demanio e della Soprintendenza, che però è rimasta silente e non ha preso parte alla riunione. Assente, invece, la Diocesi di Aversa non convocata al tavolo. 

La Diocesi, ha, inoltre, lanciato un allarme, al momento caduto nel vuoto. Monsignor Rascato nel rimandare al mittente l’ordinanza di messa in sicurezza, rilancia: “Si coglie l’occasione per segnalare che anche la cupola della chiesa potrebbe essere in pericolo di crollo, atteso il collassamento di uno dei pilastrini della lanterna che la sormonta”. La cupola del Carmine è un simbolo della Città di Aversa in quanto è il punto più alto della stessa. E stesso la Diocesi illustra come monsignor Antonio Tammaro, il 4 novembre 1986, scrisse al Comune di Aversa, alla Soprintendenza ed al provveditorato delle opere pubbliche informando che “ha rilevato che sono in corso lavori di costruzione probabilmente abusivi a danno della Chiesa del Carmine. L’abuso in questione consiste in strutture in cemento che si addossano alla muratura esterna laterale sud della chiesa”.

Intanto la Procura potrebbe volerci vedere chiaro e capire se i lavori di restauro del 2012 sono stati effettuati a regola d’arte, se è stato effettuato il collaudo e perché non è stato riconsegnato formalmente il bene al Demanio. Insomma una questione che non sarà semplice da redimere.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Carmine a rischio crollo, l'azione della Procura nel rimpallo tra enti per i lavori

CasertaNews è in caricamento