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Colpo di scena: il tribunale sospende le nuove nomine nella fondazione degli avvocati

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Colpo di scena sul futuro della Fondazione Fest di Santa Maria Capua Vetere. Il giudice Edmondo Cacace della Terza Sezione del tribunale civile della città del Foro ha infatti accolto il ricorso d’urgenza presentato dagli avvocati Antonio Mirra, Rosaria Zema, Laura Catalioti, Ennio Romano ed Ugo Verrillo che erano stati revocati dal consiglio di amministrazione della Fondazione Fest nello scorso mese di febbraio e sostituiti il 3 marzo successivo.

Secondo il giudice “il potere di sostituzione o scioglimento governativo dell’amministrazione della fondazione Fest avrebbe necessitato di una esplicita previsione negoziale”. E partendo da questo spunto, afferma: “La norma statutaria, oltre a fondare il potere di nomina degli amministratori che viene esercitato ogni cinque anni, e cioè a scadenza naturale del mandato, ha espressamente previsto che tale potere trovi applicazione anche qualora i consiglieri venissero meno prima di tale momento temporale, e ha anche sancito delle cause automatiche di decadenza dall’incarico con ulteriore previsione, per tali casi, di autorizzazione al potere di nomina per il periodo residuo del mandato. Il sistema negoziale di assicurazione della continuità della presenza degli organi di amministrazione della fondazione Fest, nonché del suo controllo governativo, si manifesta quindi privo di lacune: tale considerazione costituisce un ulteriore argomento per escludere, in assenza di una sua esplicita previsione, il potere di revoca in capo all’ente fondatore”.

Ma non solo. “Sulla base del convergente e ben difficilmente reversibile pregiudizio che riceverebbero sia, prioritariamente, le persone fisiche revocate dall’incarico di amministratori della fondazione Fest sia, secondariamente, la stessa fondazione, che verrebbe gestita e concretamente rischierebbe di assumere obblighi deliberati dal sovrapposto consiglio di amministrazione, il Tribunale ritiene pertanto sussistente anche il requisito costitutivo del periculum in mora”. Sulla base di queste motivazioni il giudice Cacace accoglie il ricorso presentano e condanna anche il Consiglio degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere al pagamento delle spese processuali.

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