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Lacqua pubblica e Zanotelli

Caserta - A dire la verità non capiamo – forse perché non siamo politici – il motivo del perché il presidente della Provincia apra sempre nuovi fronti di guerra invece di garantirsi un cammino tranquillo per l’Amministrazione e la crescita del...

A dire la verità non capiamo – forse perché non siamo politici – il motivo del perché il presidente della Provincia apra sempre nuovi fronti di guerra invece di garantirsi un cammino tranquillo per l’Amministrazione e la crescita del territorio ma anche per le sue giuste aspirazioni personali di affermazione politica. Perché attaccare espressamente, qualche giorno fa, padre Alex Zanoteli, che è un simbolo universale di indipendenza dai potenti, a partire da quando denunciò gli aiuti italiani dell’allora presidente del Consiglio Craxi ad una fazione in lotta nel Corno d’Africa, aiuti che in pratica diventavano armi. Craxi fece di tutto per cacciarlo da Nigrizia, dove aveva dato libertà a giovani giornalisti che poi sarebbero diventati famosi, e la Segreteria di Stato vaticana dovette subire le sue pressioni inviando Zanotelli missionario alla periferia di Nairobi. Non l’avesse mai fatto: Zanotelli è diventato ancora più amato e famoso. Ora lavora al quartiere Sanità a Napoli dove ha fatto rinascere altri giovani ed è diventato leader in Italia e nel mondo della battaglia per l’acqua pubblica. Principio condiviso universalmente. Criticarlo per il suo operato – molto apprezzato - significa crearsi solo danni. Il politico deve dimostrare di essere indipendente e autonomo nelle sue decisioni per le cose che fa e non solo a parole.

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