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Giovedì, 25 Aprile 2024
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San Pietro Infine, il paese cancellato dalla guerra

San Pietro Infine - San Pietro Infine è meglio noto come il paese cancellato dalla guerra, fu, infatti, completamente distrutto nel ’43 e ricostruito più a valle. Dal 2003 (8 dicembre) è stato insignito della medaglia d’oro, al valore civile, dal...

San Pietro Infine è meglio noto come il paese cancellato dalla guerra, fu, infatti, completamente distrutto nel ’43 e ricostruito più a valle. Dal 2003 (8 dicembre) è stato insignito della medaglia d’oro, al valore civile, dal presedente Ciampi. La situazione storica del paese nei primi giorni del dicembre del 1943, è documentata dal regista John Huston, incaricato dal governo di spiegare attraverso un film, al pubblico statunitense, il motivo per cui le forze americane in Italia non avanzassero più. Il regista americano attraverso le sue riprese mostrò come il centro di San Pietro Infine fosse un punto strategico per l'avanzata delle truppe alleate. All'interno del paese arroccato, circondato da roccaforti, c'erano asserragliati quattro battaglioni tedeschi. Nonostante vi furono continui attacchi americani occorsero diversi giorni prima di sconfiggere le truppe nemiche. Solo il 16 dicembre, dopo circa quindici giorni, finalmente gli americani, conquistando Monte Lungo, riuscirono a liberare anche San Pietro Infine, dal momento che era proprio quello il punto strategico da cui i tedeschi difendevano il paese. Il 17 dicembre le truppe alleate entrarono nella cittadina e Huston filmò il momento in cui le prime pattuglie americane camminavano nel paese distrutto, mentre i sampietresi uscivano dalle grotte in cui erano rimasti durante gli scontri armati. Testimonianza di tali momenti difficili sono senz’altro le “grotte della valle”, una serie di grotte intercomunicanti scavate durante la guerra come rifugio dai bombardamenti. La vita in queste grotte ovviamente non era semplice, alla mancanza di acqua e cibo si associava il freddo e l’assenza di igiene. Oggi, alcune di quelle persone che rimasero nelle grotte raccontano di come le pulci erano divenute tanto numerose che si accumulavano in mucchietti. La notte ci si ammassava all'interno per il freddo, e la mancanza di spazio obbligava le persone a dormire accovacciati. In seguito moltissimi uomini si rifugiarono lì per evitare di essere catturati dai nemici, sorse, dunque, l'esigenza di creare dei nascondigli, dove farli rifugiare in caso di perlustrazione da parte dei tedeschi. Furono allora scavate nel pavimento, delle fosse dalla grandezza appena sufficiente al posizionamento di una persona distesa Benché i controlli dei tedeschi fossero molto brevi, proprio, a causa dell'odore sgradevole che il luogo emanava, capitava spesso che per sicurezza, gli uomini nascosti dovevano restare immobili in quella posizione anche per svariate ore.
Quando finalmente la mattina del 17 dicembre 1943 i primi soldati dell'esercito alleato entrarono nel paese, oramai ridotto ad un cumulo di macerie, i primi che li videro avanzare corsero subito a comunicare la notizia ai rifugiati nelle grotte. Le grotte oggi sono ancora lì, nella valle da alcuni detta "valle della morte", ultimamente rese di nuovo raggiungibili grazie alla messa a punto del camminamento di accesso. Visitare oggi l’interno delle grotte è un'esperienza unica, toccante e al contempo indimenticabile. Più ad est si raggiunge il centro storico che conserva tuttora l’impianto medievale. Esso è definito Borgo antico ed è possibile scorgervi i resti d’alcune strutture come: la chiesa di San Michele Arcangelo, che, conserva ancora uno stupendo portale cinquecentesco, quella di San Sebastiano edificata agli inizi del Cinquecento e utilizzata come luogo di sepoltura per i pellegrini che morivano nel vicino ospizio. La suddettta chiesa era l’unica funzionante agli inizi del dopoguerra e fu ripresa dal regista Mario Monicelli per alcune scene del celebre film “La grande guerra”. Poco più avanti si scorge l’abside della chiesa di San Giovanni, l’arco dei baroni di impianto gotico, le torri medievali ed i resti di alcuni frantoi.

Le principali manifestazioni
Nel mese di Agosto ha luogo la Settimana Sampietrese organizzata dalla Pro-Loco, nell’ambito di tali giorni si svolgono attività culturali, spettacoli musicali e sagre di prodotti tipici locali; sempre nello stesso mese si svolge da più di quarant’anni la corsa “delle carrozzelle”; la prima domenica di Settembre ricorre la festa patronale della Madonna dell'Acqua.

Prodotti e piatti tipici
Olio ed olive, vini, formaggi, “crost” (biscotti fritti in olio bollente e cosparsi di zucchero), biscotti con il finocchietto, e pomodori secchi.
L'olivo è la specie più rappresentativa del territorio agricolo del paese. L'olivicoltura E' praticata in circa 230 poderi anche se di estensione notevolmente diversa. La maggior parte dei poderi sono a conduzione familiare e sono pochissime, le aziende che producono olio destinato anche al commercio.
Oltre alla produzione dell'olio d'oliva, a San Pietro Infine vi è, un'antica tradizione, un artigianato tipico, in qualche modo singolare ed autentico: la lavorazione della stramma. La stramma è un tipo d’erba perenne assai resistentem e diffusissima nella nostra zona.
In italiano essa è detta ampelodesma, ed è anche indicata a volte col nome generico di sparto o anche tagliamani, per via delle foglie taglienti che possono ferire le mani se prese non per il verso giusto. L'ampelodesma è stata nei secoli destinata a vari usi, a seconda delle località, dalle corde per le imbarcazioni all'arredamento rustico di case di campagna, dai contenitori di cereali alle bruscole, cioè le gabbie entro cui si pone la pasta di olive macinate, fino, agli usi militari, come ad esempio la protezione delle trincee. Su questa risorsa, povera, si è costruita buona parte dell'economia del paese di San Pietro Infine.

Come raggiungere
San Pietro Infine dista 60 chilometri da Caserta, 90 da Napoli e 140 da Roma. Si raggiunge facilmente dall'autostrada A2 uscendo al casello di San Vittore del Lazio e proseguendo verso il Molise. Il comune dista 5 km dall'autostrada A2 Roma-Napoli, con uscita al casello di S.Vittore, oppure è raggiungibile mediante la nazionale Casilina che dista 1 km dal bivio di S.Pietro. La Stazione FS più vicina è quella di Roccadevandro-S.Vittore sulla linea Cassino-Napoli.

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