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Venerdì, 19 Aprile 2024
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De Franciscis e il rimpasto

Caserta - La telenovela del rimpasto della Giunta provinciale continua a catturare l’attenzione dei casertani e a bloccare l’attività dell’Amministrazione. Ci si arrovella su come e chi cambiare e ovviamente gli interessati non vogliono essere...

La telenovela del rimpasto della Giunta provinciale continua a catturare l’attenzione dei casertani e a bloccare l’attività dell’Amministrazione. Ci si arrovella su come e chi cambiare e ovviamente gli interessati non vogliono essere dimissionati e la qualità del lavoro diminuisce. Bene sarebbe che anche per i politici ci fossero delle pagelle. Noi arrischiamo le nostre: Adolfo Villani, vicepresidente, promosso. La gestione del Bilancio sembra l’unica oculata (anche se è un lavoro meramente tecnico) e poi la proposta di completare la Variante Anas di Caserta è l’unica iniziativa strategica veramente messa in campo. Bisognerebbe però raddoppiare la Variante nella sua lunghezza, perché così com’è è già troppo piccola per il traffico che accoglie. Ferdinando Bosco, bocciato. La gestione dei lavori pubblici è praticamente inesistente e a rilento. Si lamentano funzionari incapaci o troppi amici della vecchia gestione, ma a Napoli, in passato, davanti a questo problema, ebbero coraggio e cambiarono tutti i dirigenti compromessi. Maria Carmela Caiola, promossa. L’urbanistica e il territorio stanno a cuore alla Caiola che ha organizzato incontri e incontri: dall’elettrosmog al piano territoriale paesaggistico al Macrico verde (forse qualcuno vuole cambiarla a corso Trieste proprio perché troppo attiva sul Macrico). Franco Capobianco, sufficiente. Superattivo sui media e nel partito: i Ds, concretamente non ha inciso sulla violenta deindustrializzazione in corso in Terra di Lavoro, che comunque ha ereditato. Ha cercato di fare analisi, ma il Convegno sullo stato dell’economia si è rivelato una passerella. Eppure il suo, le Attività produttive, è il settore più importante e problematico dell’Amministrazione e tutti si attendono ancora da lui un rilancio (rimandato in sostanza al prossimo rimpasto, se ci sarà, o alla fine della consiliatura). Domenico Dell’Aquila, sufficiente. L’agricoltura è un settore importante in Terra di Lavoro, ma meriterebbe di crescere ancora e diventare trainante. L’assessore comunque lavora costantemente, ma finora gli è mancato il là per il salto di qualità. Vincenza Diana, promossa. L’assessora alle politiche sociali in quota presidente de Franciscis è una tecnica pura e il suo staff è espertissimo di problematiche sociali. E’ perciò fortunata, ma forse sarà sacrificata dai partiti. Lucia Esposito, promossa. E’ vincente per la verve e per l’impegno nel realizzare iniziative in collaborazione con l’Università. Potrebbe però fare molto di più in tema di Università, legalità e trasparenza (rimandata a fine consiliatura per un giudizio definitivo, se ci arriverà). Michele Farina, bocciato. E’ partito alla grande con il salvataggio del Palamaggiò: l’unica iniziativa concreta della Giunta de Franciscis. Ma poi è praticamente sparito. Vedi l’accoglienza inefficace e scialba del Governo a Caserta. Andrea Lettieri, promosso. L’assessore al Personale è stato contestato all’inizio dai sindacati, ma in quel settore comanda più il direttore generale (Anthony Acconcia, bocciato) che il politico. E’ riuscito a venirne fuori facendo da mediatore tra i dipendenti e il presidente e il direttore generale. Enrico Milani, promosso. E’ riuscito a far ripartire scuole e centri per l’impiego. Un settore delicato e complesso. Silenzioso e lavoratore, anche se troppo rifondarolo e presidentista. Emerenziana Panella, detta Tiziana, bocciata. L’assessora alla Cultura è il tasto più dolente della Giunta de Franciscis. Unanimamente riconosciuta come il vero buco nero di de Franciscis, non si capisce come il presidente, accorto stratega, continui a tenerla a galla. Eppure il suo è il settore che più avrebbe dovuto costruire – senza problemi di budget - il rinascimento casertano. Terra di Lavoro ha ancora speranze, ma considerato che tutto il resto è infrastruttura, dunque difficile da realizzare in tempi brevi, era a lei che toccava far sognare. Eppure tutte le sue iniziative sono finite miseramente. Trovare qualche altro nome non dovrebbe essere difficile. Meglio cambiare finché si è in tempo. Bocciata senza speranza ormai. Antonio Reccia, assessore ai trasporti, bocciato. Nonostante sia un tecnico, ha sbagliato tutto sull’Acms, di cui la Provincia è l’azionista di riferiemnto. Meglio sarebbe stato sentire subito l’assessore regionale Cascetta. Ora si è ripartiti, ma bisognerà andare in porto, perché su un trasporto pubblico efficiente tutta Terra di Lavoro si gioca il futuro.

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