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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Affondo del centrodestra contro Zannini: "Le prossime elezioni indicano la sua data di scadenza"

I consiglieri di opposizione all'attacco del consigliere regionale di Mondragone

Un durissimo affondo nei confronti del consigliere regionale di Mondragone Giovanni Zannini e, di riflesso, nei confronti del padre Michele, ex sindaco della città del litorale domizio. È quello messo in atto dai consiglieri comunali del centrodestra Valerio Bertolino, Pasquale Marquez, Alessandro Pagliaro, Antonio Pagliaro e Giovanni Schiappa, che rispondono così alle accuse formulate dall’esponente di Centro Democratico sulle responsabilità del mancato sviluppo della città e del mancato finanziamento di alcuni progetti.

“Che simpatico che è il consigliere regionale Giovanni Zannini – spiegano i consiglieri di opposizione - a tal punto da dimenticare che il papà è stato sindaco della città perché, al di là delle differenze politiche e delle appartenenze partitiche, non può certamente continuare a scrivere sui social network che il padre non sia serio e competente.  Poi, non può continuare ad affermare pubblicamente che, quando Regione e Comune sono di diverso orientamento, per ottenere contributi e finanziamenti al fine di eseguire opere pubbliche c’è bisogno soltanto di un’amministrazione comunale che sappia programmare e progettare”.

Quindi l’affondo nei confronti di Michele Zannini, padre del consigliere ed ex sindaco: “Se così fosse, infatti, Mondragone da vent’anni e più starebbe ancora scontando la mancata realizzazione di progetti importanti e strategiche opere pubbliche frutto di un finanziamento di ben 13 miliardi di vecchie lire di cui ai Piani/Programmi Operativi Plurifondo (P.O.P.) che l’allora sindaco Michele Zannini riuscì nell'impresa - quasi impossibile - di perdere quei massicci finanziamenti, semplicemente perché non riuscì a rispettare le procedure, ipotecando irrimediabilmente la ripresa della città. E quindi le responsabilità non potrebbero essere addebitate - come l’allora sindaco Michele Zannini, giustificandosi, affermava in lungo ed in largo - ad un fattivo disinteressamento dell’allora Polo della Libertà al governo della Regione Campania”.

Infine l’affondo e la replica alle accuse di Zannini: “Perché oggi, dopo quanto pontificato dal consigliere regionale Giovanni Zannini in un recente convegno al palazzo Tarcagnota non ci sono più dubbi: le colpe e le responsabilità erano, e quindi rimangono, esclusivamente di Zannini padre. La verità, purtroppo, è che il clima da campagna elettorale che Zannini “il piccolo” vuole a tutti i costi tenere sempre in piedi con annunci roboanti relativi all'ottenimento di qualche finanziamento serve soltanto a buttare il fumo negli occhi ai cittadini, impedendo loro di convincersi sempre più della pochezza dell'attuale amministrazione comunale da lui guidata e dal povero Virgilio Pacifico soltanto controfirmata. Infine fa letteralmente sorridere la farneticante idea degli ipotetici sgambetti subiti da Giovanni Zannini prima che arrivasse Pacifico, solo per far credere l’esatto contrario di quanto effettivamente avvenuto dal giorno dopo la sua fortunosa elezione in consiglio regionale, ovvero che gli sgambetti sono stati suoi e ben visibili. Infatti, come sanno anche i più distratti e sprovveduti, soltanto i politici che occupano un ruolo in enti di livello superiore (ad esempio un consigliere regionale) possono realizzarne in danno di quelli che ne occupano uno in enti di livello inferiore (ad esempio un sindaco di un comune di quella regione) ma questo “lapsus freudiano” non rappresenta nient’altro che la conferma di quanto si conosceva già troppo bene! La comunità mondragonese ricorda tutto sempre bene ed in città ci conosciamo tutti sempre meglio. Fortunatamente Giovanni Zannini, per la gioia dei mondragonesi, e’ come una scatola di medicinali... ha già indicata la sua scadenza, ovvero le prossime elezioni regionali ed accadrà come per i medicinali scaduti che si buttano via”.

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