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Anche gli animali comprendono la morte?

La tanatologia non riguarda solamente l’uomo, anche nel mondo animale ci sono esempi di specie che sembrano percepire la morte

Ci sono esperienze personali che ognuno vive in modo differente. Una delle più delicate è quella che riguarda affrontare la morte di una persona cara, una situazione molto particolare che viene gestita con emozioni molto diverse tra loro.

La perdita di un parente o di un amico non è soltanto qualcosa che riguarda l’ambito umano, anche nel mondo animale ci sono comportamenti che fanno capire come ogni singola specie percepisca la morte a proprio modo. Esiste una scienza specifica che si occupa di approfondire il decesso e le successive modificazioni del corpo, la tanatologia, ma c’è qualcosa di simile anche nel mondo animale?

La tanatologia nel regno animali: il caso degli scimpanzè

Sono stati condotti parecchi studi sulla tanatofobia animale che hanno dimostrato come diverse specie percepiscano realmente il lutto. In pratica, questi esemplari sono in grado di capire che un loro simile oppure un membro che fa parte del loro gruppo non c'è più. L’esempio più eclatante è quello degli scimpanzé.

Uno dei casi che ha destato maggiore sensazione è stato raccontato con dovizia di particolari in un articolo scientifico del professor Edwin van Leeuwen, ricercatore presso l’Università olandese di Utrecht. Lo studioso ha fatto riferimento a una vicenda avvenuta in Zambia, per la precisione la morte del membro anziano di un gruppo di scimpanzé. Gli altri animali si sono avvicinati lentamente al cadavere, ispezionandolo con grande attenzione, come se fossero appunto interessati a quello che era successo al loro simile. Inoltre, gli scimpanzé si sono presi cura del defunto, pulendogli il pelo e i denti. Una delle tesi di Leeuwen e che questi animali abbiano un buon grado di empatia, comprendendo e riconoscendo la morte e dimostrando di nutrire una certa compassione.

La compassione dei babbuini neri

Un discorso diverso è invece quello del babbuino nero. Questo esemplare è stato osservato da vicino nel 2020 e un articolo apparso sulla rivista specializzata “Royal Society” ha permesso di capire perché l’animale trasporti i propri piccoli subito dopo la loro morte. Le ipotesi formulate in questo caso sono diverse.

Potrebbe trattarsi di un comportamento favorito dal fatto che il trasporto permetterebbe al corpo di conservarsi più a lungo, ancora una volta la dimostrazione di un elevato grado di empatia. In alternativa, gli studiosi ritengono che i babbuini neri adulti siano consapevoli del decesso dei loro piccoli e che vogliano ripetere anche in un momento così triste gli stessi rapporti avuti quando i figli erano in vita, come il trasporto con la bocca, la pulizia dei denti e quella delle ferite.

La tanatologia nelle altre specie animali

Scimpanzé e babbuini non sono gli unici animali che hanno la percezione della morte. I delfini, ad esempio, trasportano il corpo del figlio privo di vita, una scena che spesso si accompagna ad altri esemplari che circondano il genitore, come se condividessero il suo dolore.

Gli elefanti non sono da meno, visto che spesso sono stati osservati degli esemplari che volevano accertarsi se i loro piccoli fossero davvero morti, sollevando più volte la proboscide e rifiutando di andarsene. Gli stessi elefanti, inoltre, hanno mostrato un grande interesse per le ossa degli animali deceduti, ispezionandole di continuo nel corso del tempo: anche in questo caso, la spiegazione degli esperti è legata al fatto che i mammiferi vogliono capire se il loro simile non tornerà più.

Articolo originale su Today.it

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