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Le 11 straordinarie specie animali scoperte recentemente dagli scienziati

Il mondo è ricco di animali con caratteristiche interessanti, molti di questi sono stati scoperti recentemente: vediamo gli ultimi arrivati nel regno animale

Andare alla scoperta dell’ignoto o meglio di ciò che ancora non conosciamo è la spinta che ha portato gli uomini a studiare e il nostro pianeta è una fonte inesauribile di meraviglie soprattutto quando di parla di specie animali. Ci sono molte zone del globo che rimangono ancora inesplorate, ma grazie alla tecnologia sempre più avanzata molte sono venute alla luce.

Se pensiamo che fino ad ora conosciamo solo una piccola parte della fauna (circa il 10%) il percorso è ancora lungo, ma ogni anno ci sono sempre nuove scoperte. Tra piccoli insetti e mammiferi vediamo “gli ultimi arrivati” nel regno animale.

Squalo dai grandi occhi

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Partendo dai fondali marini, quelli più difficili da esplorare, nel 2018 nel Golfo del Messico è stata scoperta una nuova specie di squalo. A differenza di quelli che conosciamo, ha un aspetto meno spaventoso, merito di due grandi occhi e di una lunghezza che non supera i 71 cm. Proprio le sue dimensioni lo rendono decisamente più innocuo rispetto agli altri esemplari della sua specie.

Topo dal naso di maiale

Il nome di questo roditore, scoperto per la prima volta pochi anni fa in Indonesia, non è casuale. Lo Hyorhinomys Stuempkei ha caratteristiche uniche: oltre alle orecchie di grandi dimensioni che occupano ben il 20% della testa, i denti sono aguzzi e il naso ricorda appunto quello di un maiale. È un esemplare carnivoro e si ciba quasi esclusivamente di larve e lombrichi. Può arrivare a misurare 45 centimetri per quel che riguarda la lunghezza, mentre il peso non supera i 250 grammi.

Gambero colorato

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Il Cherax Pulcher, nome scientifico del gambero nativo dell’Indonesia, è una vecchia conoscenza degli scienziati che si sono imbattuti in lui all’inizio degli anni duemila. È solo nel 2015, però, che hanno iniziato a studiarlo meglio perché quello che ha attirato subito l’attenzione dei ricercatori è il suo aspetto colorato. Il suo esoscheletro va dal blu al rosa, fino al viola. L’animale longevo, alcuni possono arrivare fino a 40 anni, si nutre di foglie marce o carcasse di animali e insetti.

Ortrozanclo

Il mare è popolato da creature incredibili e se fossimo vissuti sulla Terra tantissimi anni fa, avremmo potuto ammirare l’Ortrozanclo, un animale che impressionava al primo sguardo per la sua corazza. Il nome scientifico completo è Orthrozanclus Elongata, un esemplare di appena 25 millimetri ormai estinto e che ha vissuto nel nostro pianeta oltre 500 milioni di anni fa. Gli spuntoni erano altrettanto impressionanti e finora ne sono stati scoperti soltanto due fossili, ma gli scienziati non hanno ancora compreso come si muovesse in fondo al mare.

Rana mutaforma

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Rimanendo nell’ambito acquatico, ma spostandoci in Ecuador, una delle ultime scoperte è la rana mutaforma (Pristimantis Mutabilis). Il nome lo deve proprio a una delle sue caratteristiche principali, l’abilità di fare la muta in pochi secondi. Il motivo è semplice, con il nuovo “vestito” caratterizzato da piccoli spuntoni può mimetizzarsi più facilmente e sfuggire ai predatori.

Ragno nascondino

Lo Jotus Remus non era una specie nota agli scienziati prima del 2016. È minuscolo e saltellante: a prima vista non sembra avere nulla di particolare, ma tra le sue peculiarità c’è quella del terzo paio di zampe che sono dotate di una sorta di pagaia a forma di cuore. A cosa serve? Per attirare le femmine, questo ragno è costretto a nascondersi sotto a una foglia, spostandosi proprio con le sue “pagaie”, anche per diverse ore prima che ci si accorga finalmente di lui.

Lumaca di mare

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La Phyllodesmium poindimiei conosciuta anche come Spun Of Light, può essere considerata una specie di lumaca di mare presente nei mari della barriera corallina e in quelli che circondano l’isola di Okinawa. Questo mollusco è piccolissimo, non supera i 25 mm e ha un corpo conico con tanti piccoli tentacoli laterali che si illuminano in caso di pericolo rilasciando tossine.

Tartaruga fosforescente

Nessuna mutazione, ma una spiegazione scientifica ben precisa. La tartaruga fosforescente, individuata per la prima volta nel 2016 nel Pacifico meridionale, è una testuggine sorprendente. Si tratta del primo rettile bio-fluorescente che sia mai stato scoperto al mondo. Il verde e il rosso sono i due colori che riesce a irradiare: la sua particolarità è quella di assorbire la luce, trasformarla ed emetterla con altre tonalità. In seguito si è scoperto come questa tartaruga viva anche nell’Oceano Indiano.

Vespa parassita

Il pungiglione gigantesco è l’arma che contraddistingue la vespa parassita (il suo nome scientifico è Calistoga crassicaudata), tipica della Foresta Amazzonica. Nonostante una lunghezza non proprio eccezionale, circa 8 millimetri, il pungiglione stesso è pari a circa la metà del corpo. Grazie alla sua efficacissima puntura, riesce a immobilizzare le prede e a depositarci all’interno le proprie uova. Fortunatamente questi insetti non sono in grado di penetrare nella pelle umana.

Tardigrado

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La prima descrizione storica del tardigrado risale a parecchio tempo fa, per la precisione al 1773. La denominazione così particolare si deve al naturalista tedesco Johann Goeze dopo aver notato come avanzassero con estrema lentezza. È un invertebrato che stupisce per la sua straordinaria capacità di sopravvivenza, visto che può resistere alle condizioni ed habitat più estremi. Proprio di recente ne è stata scoperta una specie nuova di zecca con zampe ancora più robuste.

Scarafaggio viaggiatore

Un’altra creatura minuscola e un’altra scoperta di pochi anni fa (2014). Lo scarafaggio viaggiatore (Nymphister Kronaueri) misura appena 1,5 millimetri e si comporta in maniera singolare, soprattutto perché la sua esistenza dipende da un’altra specie, una formica messicana. Quest’ultima è abituata a effettuare parecchi spostamenti nel giro di pochi giorni e lo scarafaggio si fa letteralmente trasportare camuffandosi alla perfezione grazie al colore del dorso in comune.

Articolo originale su Today.it

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