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Tabacco, accordo Philip Morris e Governo rilancia filiera casertana

Francolise - Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che ieri a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei Ministri Maurizio Martina e Gian Luca Galletti è stato firmato il Verbale...

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che ieri a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei Ministri Maurizio Martina e Gian Luca Galletti è stato firmato il Verbale d'intesa programmatica tra Mipaaf e Philip Morris Italia per la valorizzazione della filiera del tabacco in Italia.
L'intesa prevede acquisti di tabacco coltivato in Italia da parte di Philip Morris per circa 80 milioni di euro l'anno e un potenziale investimento complessivo di circa 500 milioni entro il 2020. Tali risorse saranno destinate all'acquisizione di materia prima di qualità nelle zone di maggiore produzione come le Regioni Campania, Toscana, Umbria e Veneto.
In particolare l'accordo prevede che per il primo triennio Philip Morris si impegni a stipulare contratti di acquisto annuali di tabacco secco sciolto italiano per la varietà Burley per circa 11.000 tonnellate (quasi il 60% del totale varietale prodotto in Italia); mentre sono previste 10.000 tonnellate per la varietà Virginia Bright (pari al 30% del totale italiano).
Un'intesa concepita in modo innovativo, che non si limita all'impegno di acquisto di tabacco greggio, ma prevede iniziative e programmi concreti, per incentivare le produzioni eccellenti, insieme al miglioramento di tecniche e processi. Il Verbale, infatti, include:a) Attenzione ai requisiti qualitativi delle produzioni, attraverso l'applicazione delle Buone Pratiche Agronomiche predisposte dal MIPAAF per la produzione del tabacco in Italia e delle "Good Agricultural Practices" (GAP) predisposte da Philip Morris International;b) Innovazioni produttive, in quanto il tabacco dovrà essere stato essiccato in forni realizzati, equipaggiati e mantenuti allo scopo di prevenire qualsiasi contaminazione esterna;
c) Tracciabilità totale del prodotto, dal seme al prodotto secco sciolto consegnato all'atto dell'acquisto. Semi che, a loro volta, sono registrati, certificati, a bassa conversione e non geneticamente modificati;
d) un programma di investimento finalizzato alla sostenibilità del settore che includerà, ad esempio, iniziative sul risparmio energetico e la razionalizzazione dell'uso dell'acqua nelle fasi di coltivazione e cura del tabacco, l'uso alternativo degli scarti e dei residui di lavorazione del tabacco.
"Stiamo lavorando per la tutela del reddito di oltre 50 mila addetti alla coltivazione del tabacco in Italia – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – in un passaggio delicato dopo la riforma della Pac. Con le Regioni siamo impegnati per destinare ad interventi strutturati per il settore parte delle risorse dei programmi di sviluppo rurale fino al 2020, lavorando anche sulla qualità del prodotto. L'accordo di oggi con Philip Morris rientra in questo quadro di azioni strategiche e costituisce un'occasione importante anche sotto il profilo della programmazione per i tabacchicoltori italiani".
"La firma dell'accordo tra Governo, Philip Morris e le rappresentanze del comparto è un grande risultato per la filiera campana del tabacco." Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
"Abbiamo lavorato fianco a fianco - continua il presidente De Luca - con il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, l'azienda e le associazioni del comparto in queste settimane per una soluzione positiva dell'intesa che valorizza in modo straordinario una delle eccellenze dell'agricoltura campana: il tabacco Burley.
"Gli elementi decisivi che hanno orientato la decisione della multinazionale del tabacco sono stati la qualità del prodotto campano, la professionalità degli operatori eredi di una tradizione secolare ma capace di raccogliere le sfide del presente e del futuro, la perfetta organizzazione della coltivazione in tutte le sue fasi con particolare riguardo per il rispetto dell'ambiente e dei suoli. Questo accordo, in termini economici ed occupazionali, diventa uno dei tasselli più importanti del rilancio dell'agricoltura ", conclude il presidente.
"Un accordo importante per l'economia italiana e per la Campania in particolare, che torna ad essere protagonista nella produzione del tabacco". Gennarino Masiello – nella duplice veste di presidente di Coldiretti Campania (nonché vice nazionale) e di numero uno di ONT Italia, Organizzazione Nazionale Tabacco – commenta così l'accordo sottoscritto questa mattina da Philip Morris e Ministero delle Politiche Agricole a Palazzo Chigi, che vale 80 milioni di euro l'anno e un potenziale investimento complessivo di circa 500 milioni entro il 2020 in Campania, Toscana, Umbria e Veneto.
A fare la parte del leone sarà proprio la Campania, unica regione produttrice della varietà Burley, che vale il 60% del totale prodotto in Italia. In particolare l'accordo prevede che per il primo triennio Philip Morris si impegni a stipulare contratti di acquisto annuali di tabacco secco sciolto italiano per la varietà Burley per circa 11.000 tonnellate e circa 10.000 tonnellate per la varietà Virginia Bright.
Il tabacco Burley, prodotto principalmente nelle province di Benevento e Caserta, sarà lavorato a Francolise (Caserta). Un ulteriore valore per la Campania, dove si effettuerà quindi anche la lavorazione fino alla trinciatura, fornendo un prodotto già pronto per il confezionamento.
"Con questa intesa – spiega Masiello – si dà corpo ad un obiettivo che Coldiretti insegue da tempo: garantire maggiore reddito agli agricoltori eliminando i passaggi intermedi. Un risultato che vale doppio per una Regione come la Campania, che è il primo produttore di tabacco".
Dal 2011 ad oggi, Philip Morris, a seguito di un accordo con Coldiretti, ha adottato la contrattazione diretta con i produttori, attraverso l'Organizzazione Nazionale Tabacco, con l'obiettivo di accorciare la filiera e garantire un maggior valore aggiunto ai produttori. Il modello della contrattazione diretta manifattura-produttori ha consentito un maggior prezzo riconosciuto ai produttori e, ad oggi, resta l'unico esempio di contratto diretto tra utilizzatore finale e produttori di tabacco.

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